cronaca

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 Il calvario del Ponente, “separato” e lontano, dura da decenni e le code di oggi, provocate dagli ultimi incidenti - tir rovesciati con il carico, bus pieni di bimbi incendiati in galleria - arrivano oggi in fondo a un elenco infinito.


L'autostrada Genova-Savona fu costruita negli anni Cinquanta-Sessanta, raddoppiata nei Settanta e quella chiamata Autofiori, da Savona a Ventimiglia, costruita alla fine dei Sessanta e inaugurata completamente nel 1971. Prima di allora andare verso Savona, Imperia, Ventimiglia era un viaggio di ore e ore, senza code perchè il traffico era scarso e semmai il problema erano i passaggi a livello. Ma già con il boom turistico degli Anni Sessanta le code incominciarono a crocifiggere i viaggiatori fino a diventare un incubo, mentre la Liguria, comunque, si accorciava. Mano a mano che i tronchi delle autostrade si completavano, fino a far diventare la Genova-Ventimiglia un tratto unico, cadute le barriere di Savona e Orco Feglino per i pedaggi differenziati, l'arcobaleno ligure si stringeva, ma il traffico aumentava, aumentava....


A costruire l'Autofiori ci misero un tempo che oggi sembra impossibile, cinque anni per un tracciato fatto di ponti e gallerie uno via l'altra, con opere di ingegneria e di rispetto dell'ambiente e di difficoltà geologiche non indifferenti. Per “bucare” la Caprazoppa, montagna friabilissima nell'entroterra di capo Noli, furono chieste consulenze a scienziati nordeuropei. Ma alla fine quella che allora sembrò un'opera risolutiva si concluse in un baleno. I primi anni di gestione erano stati difficili, non certo per il traffico che volava, ma per i bilanci della società concessionaria che vacillavano: i pedaggi non coprivano il costo considerevole di un'opera “lastricata d'oro” per il valore della sua costruzione.

Ma poi il traffico è esploso in modo esponenziale e l'Autofiori ha incominciato a produrre utili consistenti, che per legge andavano distribuiti anche sul territorio. Questa legge è stata cambiata e i proventi sono finiti solo ai soci della società concessionaria. Il traffico è aumentato ogni anno di più, perchè cambiava il modo di vivere e di andare in vacanza, oltre all'invasione dei Tir, e perchè le vacanze e i week end si sono spalmati lungo tutto l'anno e non solo nel periodo estivo.
Così alle code antiche, provocate da collegamenti ancora troppo poco agevoli, si sono sostituite quelle di un boom di traffico privato e commerciale sempre più imponente. Non solo la politica delle seconde case, ma il corridoio di traffico europeo dalla Spagna e poi i mutamenti epocali nelle correnti turistiche, con un Mediterraneo sempre più ristretto e i paesi arabi sempre più proibiti, hanno fatto esplodere tutto .


La A10 è diventata la superstar di Isoradio, nel senso che non c'è week end nel quale la popolare trasmissione Rai sull'Onda Verde del traffico non dedichi i suoi titoli principali a quello che succede tra Ventimiglia e Genova, con ripercussioni potenti sulla Savona-Torino, sulla Voltri-Alessandria.
E non è solo questione di week end, ogni festa comandata, ogni ponte di ogni stagione l' allarme suona nella direzione di Ventimiglia quando si parte e verso Genova, quando si ritorna.
Nelle ultime vacanze pasquali, prima del crac di questo ultimo ponte, ci sono state code di 40 chilometri, tra Andora e Savona. Ore e ore di macchina a passo d'uomo, pezzi interi di vacanze sacrificati in auto, come se il vero pedaggio fosse quello lì, a cui rassegnarsi : vado nel Ponente ligure quindi preventito tot ore di coda all' andata e tot al ritorno. Inevitabilmente, inesorabilmente!

Come se ne esce? Ora ci sarà una aspra discussione sulle concessioni e sul comportamenti delle concessionarie di queste autostrade, che è già giustamente incominciata su Primo, ma c'è qualcuno che parla di soluzioni, che progetta qualche alternative a un destino di code inesorabile, ineluttabile da qui a un futuro indefinito?
I disperati delle code, liguri, lombardi, piemontesi, stranieri, hanno già cercato soluzioni arrampicandosi per le colline su strade provinciali, il Colle del Melogno, il Colle di Nava, la strada da Garessio verso Carcare, verso Alba, tentando di sfuggire al serpente maledetto: meglio le curve strette che l'immobilità della coda. L'Aurelia là sotto non è altro che un' alternativa con panorama urbano, semafori, incroci, rotonde: il passo è lo stesso dell'autostrada, da lumaca.


Non ci sono alternative. Da anni non c'è ministro, presidente di Regione, assessore, deputato di qualsivoglia giunta e colore, che ne abbia prospettata una.
Solo l'ex ministro Claudio Scajola, lanciando la sua recentissima candidatura a sindaco di Imperia, ha buttato lì come liberazione dalle code il progetto da lui già sostenuto, di una autostrada bis Albenga-Carcare-Predosa, un gigantesco bypass per piemontesi e lombardi che scaricherebbe l'Autofiori. Ma quel progetto consiste in qualche mappa e qualche disegno che lo stesso Scajola aveva, appunto, sollecitato oltre dieci anni fa. Bisognerebbe pensarla, disegnarla, progettarla, farla. Con i tempi di oggi 10-15 anni? Con i climi politici di oggi è immaginabile un'altra infrastruttura, per di più potentemente invasiva sul territorio?
Aurelia -bis? Costruiti i pezzi di Taggia-Sanremo e di Albenga-Alassio, nulla è stato fatto e progettato. Eppure pezzi paralleli di Aurelia scaricherebbero un po' la pressione dall'Autostrada.


Qualcuno immagina trasferimenti via mare, come prima della ferrovia e delle strade carrabili, tornando indietro di un paio di secoli, ma quella è una pista buona solo per i trasferimenti a lunga gittata delle migliaia e migliaia di Tir che invadono la strada, nell'auspicio che le famose “autostrade del mare” diventino una realtà e il traffico passi dalla gomma all'acqua, oltre che al ferro.
E poi questo discorso può riguardare solo il traffico commerciale, che quello privato non si imbarca facilmente: in quali porti di partenza e di arrivo e con quali navi&traghetti?
Restano i treni con quella linea disgraziata che per un bel tratto è a binario unico......


Eppure qualche soluzione va pensata, se non si vuole marginalizzare per sempre una bella fetta della Liguria, riducendone le potenzialità turistiche, perchè è difficile arrivare e ripartire.
Tocca alle autorità costituite, alle istituzioni pubbliche, alla Regione, ai Comuni, crivellati dalle code, agli imprenditori-concessionari, che considerano l'Autofiori e tutta l'A10 come una vacca da mungere, un monopolio intoccabile. Incominciassero almeno a studiare sistemi di informazioni e di graduazione del traffico, informaticamente già possibili e comunicazioni efficienti, non limitate ai cartelli-sciagura con su scritto “Coda”, “Incidente”. Aspettando la prossima coda. Inevitabile, ineluttabile, praticamente obbligata.