
Il riferimento (implicito) è a Taranto, ma la reazione non si è fatta attendere anche in Liguria, dove la vicenda di Cornigliano è ancora un nervo scoperto. La Fiom parla di "politici vergognosi" e annuncia: "Se Taranto farà sciopero, anche noi scenderemo in piazza". Preoccupato il presidente della Regione, Giovanni Toti: "Parole che mettono a rischio decine di migliaia di posti di lavoro e pregiudicano un futuro di crescita per l'Italia. Nessuno può ipotecare il nostro futuro".
Immediata puire la risposta del ministro Carlo Calenda e della sua vice Teresa Bellanova, che tentano in extremis di riportare al tavolo sindacati e azienda per chiudere un accordo che metterebbe in sicurezza, a loro avviso, il futuro della più grande acciaieria d'Europa, e porterebbe avanti un piano ambientale con la copertura dei parchi minerari avviati. "Siamo disponibili a convocare immediatamente il tavolo con azienda e sindacati per chiudere l'accordo ed evitare la più grossa deindustrializzazione del Sud degli ultimi decenni", spiegano.
"Chiudere l'Ilva significherebbe mettere in ginocchio l'economia della città di Taranto e perdere un ruolo strategico e di qualità nella produzione di acciaio del nostro paese", avverte Annamaria Furlan, leader della Cisl, raccomandando "un grande senso di responsabilità da parte di tutti", mentre il segretario generale della Fim-Cisl Marco Bentivogli attacca: "Gli M5s confermano la volontà di non proseguire l'opera di ambientalizzazione e di chiudere la fabbrica lasciando a casa 20.000 lavoratori senza alcuna garanzia".
Il sindacalista chiede quindi di "proseguire immediatamente la trattativa, trovare un accordo che ambientalizzi - come tutti a Taranto, in particolare, attendono - difenda tutti i lavoratori e metta in sicurezza l'impianto e lo rilanci". Paradossalmente, la determinazione di M5s di voler chiudere l'Ilva, potrebbe avere come l'effetto di riportare al tavolo le parti per un accordo fra sindacati e Am Investco sul quale a quel punto sarebbe difficile se non impossibile per il nuovo governo far marcia indietro.
IL COMMENTO
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