
Il blitz dei militari in collaborazione con sezione commercio della polizia locale e gli ispettori della Asl3 è scattato nella notte fra mercoledì e giovedì scorsa e ha permesso di sequestrare 100 chili di pesce e denunciare per frode in commercio tre responsabili di una nota ditta che commerciava il prodotto al mercato all'ingrosso di Ca' de Pitta.
L'indagine che ha permesso di scoprire la frode è nata dai servizi di controllo svolti ogni notte al centro annonario della Valbisagno: gli investigatori si sono accorti che su alcune casse di branzini che giungevano a Genova a bordo di camion di ditte fornitrici venivano staccate le etichette che ne attestavano la provenienza dalla Grecia e poi venduti a ristoranti e pescherie come pescati nel mare Mediterraneo.
Non gli ulteriori accertamenti hanno verificato che il pesce non era pescato in mare aperto ma prelevato in centri di allevamento di acquacultura. La perquisizione della ditta ha permesso di accertare che la frode era perpetrata da alcuni mesi con notevoli guadagni da parte dell'azienda finita nei guai vista la differenza di prezzo fra il pesce coltivato in acquacultura in Grecia e quello pescato in mare nel Mediterraneo.
Al titolare legale della azienda sono state elevate anche sanzioni per mancato rispetto delle norme comunitarie sulla tracciabilità dei prodotti della pesca. I branzini sequestrati, tutti di grosse dimensioni (da 2 a 3 kg per ogni pesce) dopo essere stati dichiarati commestibili dagli ispettori della Asl sono stati donati ad un ente caritatevole che prepara pasti per i bisognosi.
IL COMMENTO
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