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Dal rapporto con Forza Italia a quello con Scajola, intervista al Governatore
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Lunedì 30 luglio al Teatro della Gioventù a Genova c’è il battesimo di ‘Vivaio Liguria’ il movimento politico ligure che di fatto sarà coordinamento di tutte le liste arancioni promosse dal presidente della Regione Toti e che hanno consentito al centrodestra di conquistare nelle ultime tornate elettorali molte località prima in mano al centro sinistra.

Il governatore della Liguria ci ha anticipato in un’intervista le linee guida.

Presidente possiamo definire 'Vivaio Liguria' una sua creatura?

E’ una creatura di tante persone che in questi tre anni di amministrazione regionale con le avventure politiche vincenti hanno collaborato ha costruire un tessuto importante di partecipazione di liste civiche di proposte e di idee. Ci ritroveremo al teatro della Gioventù per parlare delle prossime regionali, per discutere insieme di quale futuro per questa regione, per mettere insieme le migliore esperienze da Genova, Savona alla Spezia ma anche in tanti altri comuni a partire da Sarzana, uno degli ultimi che ha attribuito un consenso al centrodestra

Ha vinto anche la resistenza interna di Forza Italia. Tajani e Mulé ora benedicono l'iniziativa. Cosa è successo?

‘Vivaio Liguria ‘ non vuole essere alternativo, ma il tessuto connettivo che tiene insieme l’ossatura dei partiti tradizionali. Forza Italia si deve rendere conto che è un partito che ha bisogno di profondi cambiamenti. Esiste però una sensibilità civica di persone che sono in quell’area cultura, ma che non votano per Forza Italia, per la Lega e per Fratelli d’Italia. E’ un patrimonio a cui noi tutti dobbiamo guardare con grande attenzione.
Se si fa una rapida analisi del voto amministrativo delle ultime due tornate amministrative ci si renderà conto che al di là della Lega le liste civiche sono la vera ossatura del centrodestra. Lunedì parleranno tanti sindaci, tanti amministratori, tanti giovani, tante persone che hanno dato anche dietro le quinte un contributo. Ci confronteremo senza gradi sulle spalle, in modo asciutto laico e concreto, cominciando a programmare un secondo mandato di questa amministrazione regionale che ha tante cose da portare a termine. Da quelle gigantesche come il Terzo Valico Gronda e Diga del porto a quelle piccole, un modello di impresa diverso, un modello di pubblico amministrazione diverso, un modello di sviluppo diverso, un rapporto diverso con la formazione professionale.

Vivaio Liguria secondo lei può diventare anche Vivaio Italia? Potrebbe essere Forza Italia 4.0?


Vivaio Liguria con qualcuno di buona volontà potrà diventare Vivaio Toscana, Vivaio Lombardia, Vivaio Piemonte. E penso che invece Forza Italia deve continuare quel percorso di cambiamento annunciato ma che per la verità non è ancora partito, che dovrebbe guardare con grande attenzione all’assimilazione di tutti questi mondi. Ma per farlo deve essere capace di rivoluzionare sé stessa, di andare all’opposizione di sé stessa, di sapersi aprire, di saper far contare persone esterne al partito, di saper mettere in gioco le proprie idee, i propri progetti, di contarli con tanti civici che sono pronti a collaborare con un’area moderata di centro destra con una stella polare chiara che è l’alleanza di centrodestra e con regole altrettanto chiare, chi ha il consenso, chi ha le idee, deve essere premiato.

Il suo sogno di partito unico con Lega e Fratelli d'Italia va in soffitta dopo che la Lega ha rischiato di prosciugare Forza Italia?

Oggi il partito unico di centrodestra per quanto mi riguarda è un orizzonte auspicabile ma non vicino. C’è una Lega che vuole percorrere la propria strada di consolidamento nazionale e un governo con i Cinquestelle. Non c’è un partito unico, ma una coalizione che vuole lavorare in modo molto solido. C’è una condivisione di obiettivi molto profonda. Governiamo in città dove non avevamo mai toccato palla. C’è un buon humus sul quale domani potrà attecchire un grande partito che non vuol dire rinunciare ai propri valori né da parte nostra, della Lega e di Fratelli d’Italia. Significa fare come i grandi partiti anglosassoni, non è una cosa di oggi né una cosa di domani, ma una cosa di domani può essere la rifondazione di un polo moderato alleato con la lega e con Fratelli d’Italia che sappia mettere insieme tante cose come vivaio Liguria.

Ce lo vede l'attuale sindaco di Imperia Claudio Scajola nel vivaio?


Scajola io lo immagino come uomo di centrodestra, d’altra parte la sua storia non me lo fa presupporre altrove. Sono rimasto perplesso, e ne parlerò con lui spero presto, di una sua idea su un possibile asse con il Pd soprattutto in una regione dove il partito democratico ha dimostrato il peggio di sé e alla luce del fatto che i nostri elettori non hanno digerito il patto del Nazareno ancorché animato dalle migliori intenzioni. Io credo che su questo non si debba fare confusione perché ce n’è già troppa.
L’alleanza di centrodestra è un’alleanza che nonostante un governo congiunturalmente nato per evitare una crisi isituzionale grave, quello gialloverde, la coalizione governa 7 regioni d’Italia, molti comuni, credo non si debba fare un polverone. Le proposte e le idee di Claudio in questo senso sono ben accette e le aspetto anche perché si è preso una gatta da pelare non da poco come guidare la città di Imperia.

La sua vittoria insegna al centrodestra che le primarie possono essere una soluzione preventiva per evitare fratture?

Sbagliando si impara. Io continuo a pensare che il percorso di dialogo tra i partiti sia quello principale, spaccare il centrodestra sia pure per ambizioni personali legittime anche quando si dimostrano vincenti non credo sia un buon fertilizzante per il futuro. Sia ad Imperia che ad Alassio si è vinto per un pugno di voti, i più votati sono stati comunque i più votati della stessa area culturale e questo ci fa enorme piacere. Ma se in futuro non si riesce a trovare la quadra, come avrebbe detto qualcuno nella seconda repubblica, un metodo per chiedere ai nostri militanti e ai nostri dirigenti cosa ne pensano può evitare qualche problema di spaccatura dopo.

Il rimpasto a Savona e l'uscita della Serafini a Genova sarebbero accaduti comunque se già Vivaio Liguria fosse stato operativo?

Sono fatti accaduti temporalmente nello stesso periodo, ma non hanno collegamenti diretti. Per Elisa Serafini sono rimasto amareggiato e un po’ confuso da una scelta secondo me molto sovradimensionata rispetto ad una giunta come quella di Genova dove non ci sono stati problemi politici da presupporre delle dimissioni. E’ una scelta che non comprendo.
Su Savona non ho condiviso i tempi del percorso del sindaco Caprioglio, ma nessuno ha mai negato che dopo due anni di amministrazione il sindaco abbia diritto di aggiustare la squadra di governo. Penso debba concentrarsi molto su alcuni temi della città come i rifiuti e l’urbanistica. E una città che da troppo tempo è immobile. Sono la priorità assoluta, se ritiene che le pedine che sta muovendo sono quelle giuste penso che un’analisi più approfondita sarà opportuna. Il rapporto politico e personale con lei è quello di sempre.


Vivaio Liguria come e se va a cambiare le forze in campo nella sua Giunta e consiglio regionale?

Vivaio Liguria è già ampiamente rappresentato in questa amministrazione. Da Cavo a Giampedrone, ma anche gli stessi Scajola e Vaccarezza uomini di Forza Italia che hanno sempre guardato con grande attenzione queste esperienze civiche. Al prossimo giro questo mondo dovrà esprimere una propria lista che porterà quello spirito di comunità che i partiti nazionali incarnano a livello nazionale. Una lista laica che sposa i valori di questa amministrazione.