cronaca

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 “Le tecniche sono diverse. Il problema vero è quello dello smaltimento delle macerie. O vengono prima smantellati i palazzi o si prova attraverso uno smontaggio difficile per l’altezza a pezzi. Come è stato montato viene smontato. Adesso è un relitto stradale di cui non si conosce la stabilità, non si sanno i motivi per cui sia crollato", così ha detto Roberto Burlando, segretario dell’Ordine degli Architetti di Genova, ospite in diretta a Primocanale, sulla demolizione del Ponte Morandi. 

"Lo stato di questa pila è ora peggiore di quella che è crollata. Ci sarà una demolizione controllata di entrambe le parti, probabilmente un’esplosione per quella più pericolante e uno smontaggio per l’altra. Non amo l’esplosione perché è più difficile da controllare, ma in questo caso bisogna fare "presto e bene".

E sui tempi: "Non sapendo i dati della consistenza della struttura non si sa quanto possa durare. L’intervento deve essere realizzato in estrema sicurezza, più si va avanti il maltempo causerà pause prolungate per i lavori. Può anche durare 20 giorni la demolizione, ma avvenire nell’arco di più mesi".

Conclude: "Bisogna avere quindi una buona e bella progettazione e ripensare a tutta la città”.