cronaca

Per non dimenticare la tragedia di Ponte Morandi
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Piazza De Ferrari gremita nel segno del ricordo. A distanza di un mese dalla tragedia di Ponte Morandi Genova si è fermata nel silenzio per ricordare ognuna delle 43 vittime causate dal crollo del viadotto lo scorso 14 agosto.


Alle ore 11.36 in punto, la stessa ora del disastro, tutta Genova si è fermata nel ricordo. Un minuto di silenzio lungo, profondo, sentito. Impossibile dimenticare. Impossibile non ricordare quel momento. Su quel viadotto la vita spezzata di 43 persone, di 43 famiglie. Bandiere ammainate, campane a lutto, dal porto il riecheggiare del suono delle sirene delle navi ormeggiate. Genova spezzata e colpita nel cuore da una tragedia che parla lingue diverse come diverse erano le storie di chi 31 giorni fa ha perso la vita a causa del crollo di un ponte.

Un minuto di silenzio rispettato in tutta la città, saracinesche abbassate, autobus improvvisamente fermi e la commozione e il ricordo hanno preso il sopravvento nei tanti occhi lucidi di chi ha perso un parente, un amico o un conoscente ma anche di chi ha perso la casa, di chi ora è uno sfollato nella sua città.  

Ma ancora una volta Genova e i genovesi, come tristemente già successo troppe volte nel passato, hanno mostrato la voglia di superare le difficoltà e le tragedie e ripartire, con dignità, con forza e determinazione.

Nel pomeriggio la commemorazione nel parco di piazza De Ferrari, con il ricordo uno per uno delle vittime di Ponte Morandi. Un fiume di gente che ha voluto dimostrare cosa vuol dire essere genovesi. In 15mila nel cuore di Genova per non dimenticare, per stare insieme e darsi coraggio. 

 "Forza Genova, ce la faremo. I genovesi hanno sempre dimostrato la loro forza e Genova tornerà più bella e forte di prima" ha detto con un misto di commozione e decisione il sindaco Marco Bucci dal palco di piazza De Ferrari. Subito dopo gli fa eco il governatore Giovanni Toti: "Qui tanti anni fa ci siamo uniti per dire no al terrorismo. Oggi siamo qui per ripetere un giuramento. Io ve lo giuro, questa città riavrà il suo ponte, costi quello che costi".

Genova apprezza e ricambia con affetto il lavoro fin qui fatto da Regione e Comune. applausi e fiducia anche al presidente del Consiglio Giuseppe Conte che dal palco elenco le misure contenute nel Decreto Genova: "Non sono venuto a mani vuote, ho portato con me dei fogli pieni di fatti, misure concrete". Tra dieci giorni, annuncia lo stesso premier, ci sarà il nome del commissario chiamato a gestire la delicata fase della ricostruzione. 

Ma a prendere più applausi e 'grazie' di tutti sono loro: i vigili del fuoco, gli uomini della protezione civile, i volontari, tutti coloro che in quelle drammatiche ore non hanno perso un minuto. Tra le macerie dei resti del ponte ormai crollato sul Polcevera i soccorritori hanno scavato ininterrottamente per ore nel tentativo  e nella speranza di salvare più vite possibili.

Emozione e occhi lucidi quando sul palco è salito Luca Bizzarri. Il racconto di Erik, un bimbo nato al chilometro 0,500 dell'autostrada A10, Ponte Morandi il 18 agosto del 2017 ha fatto commuovere tutta la piazza, Bizzarri in testa. Genova è questa. E' qui la voglia e la forza di ripartire dopo il dramma che l'ha colpita ma non affondata. La voglia e la forza di ricominciare subito. La voglia e la forza di ricostruire il Ponte che unisce Genova. 

In serata nel duomo di San Lorenzo monsignor Anselmi alla presenza del premier Conte, del governatore Toti e del viceministro Rixi e dei tanti fedeli che non sono mancare, ha celebrato la messa in ricordo dei morti di Ponte Morandi.