cronaca

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 "Dopo alcuni mesi, finalmente sono stati definiti i compiti, le modalità e le necessarie risorse, non poche, affinché il ponte sia ricostruito con il sigillo di Genova. La Città, sotto gli occhi del mondo a causa della tragedia, finalmente sembra essere riconosciuta non solo nella sua straordinaria bellezza, ma anche nella sua laboriosità, nel suo ingegno, nella sua strategica collocazione per il bene del Paese intero".


Ad affermarlo il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente dei vescovi europei, nel discorso pronunciato questa sera, nella chiesa del Gesù, in occasione del Te Deum per l'anno passato. La città, ha proseguito, "è guardata come comunità affidabile, e così è e deve essere! Una città che fosse ripiegata su se stessa, senza un orizzonte ampio a cui rapportarsi, si condannerebbe alla mera conservazione e quindi alla decadente irrilevanza".

Il cardinale Bagnasco ha poi ricordato che "pur rimanendo ancorati al territorio, non dobbiamo cedere al localismo" e che "Genova deve presentarsi al Paese e al mondo con il volto di chi, senza arroganza, crede in se stessa, ha fiducia nel futuro, è alla ricerca di relazioni virtuose, coraggiosa nell'investire, capace di attrarre nuove aziende superando sospetti e lentezze, sapendo che la burocrazia è necessaria anche per creare lavoro; così come la finanza, ridotta spesso a finanziare se stessa, ha senso solo se sostiene singoli, famiglie, imprese: da una finanza di prodotto bisogna ritornare ad una finanza di servizio".

In precedenza, ricordando la tragedia del ponte, Bagnasco aveva ricordato che "il crollo del ponte Morandi è stato come una ferita al cuore della Città" e che "le 43 vittime saranno sempre presenti nella nostra preghiera, così come i loro famigliari, sapendo che il vuoto dei loro cari è incolmabile". Dopo il crollo, "la Città non è rimasta piegata" ma "con un moto istintivo si è alzata e si è stretta in sé, si è riconosciuta come comunità che ha volto, capacità, energie. Dopo il primo sbigottimento davanti all'incredibile, ha compreso che poteva farcela, che doveva reagire per amore di sé, dei propri figli, di quanti hanno fatto Genova grande, per chi ha perso la vita". Per questo, rivolgendosi direttamente ai suoi concittadini, ha aggiunto: "Cari Genovesi, desidero rinnovare a voi la mia ammirazione e la gratitudine per l'esempio che date di unità, di partecipazione, di senso di appartenenza.