cronaca

Offrivano lavoro, poi le obbligavano a prostituirsi in un appartamento di corso Buenos Aires
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La Polizia di Stato di Genova ha arrestato due donne, madre e figlia di 44 e 24 anni per il reato di sfruttamento della prostituzione in concorso.

Le donne, entrambe con doppia cittadinanza italiana e russa, gestivano all’interno di un appartamento un giro di prostitute, provenienti per lo più dall’est Europa, la cui giornata “lavorativa” era completamente condizionata da madre e figlia, a cui dovevano comunicare l’orario di inizio e fine dell’attività, l’ingresso e l’uscita di ogni singolo cliente, nonché il guadagno ricavato da ogni prestazione, (da 50 a 150 euro).

L’operazione, denominata “Quantum”, condotta dalla Squadra Investigativa del Commissariato San Fruttuoso e coordinata dalla locale Procura della Repubblica, è nata da un intervento di una pattuglia del Commissariato, la sera del 19 settembre scorso in Corso Buenos Aires, per una lite tra due donne. L’atteggiamento ed il modo di relazionarsi tra le due ha presentato immediatamente delle anomalie.

L’attività tecnica intrapresa ha fatto emergere un fiorente giro di prostituzione in diverse città italiane, alimentato da annunci su riviste o siti internet. In particolare, è stato possibile accertare la responsabilità di madre e figlia nella gestione della prostituzione di donne, per lo più straniere che, illuse dalla prospettiva di lavori saltuari, venivano irretite e terrorizzate, acconsentendo a cedere la maggior quota della loro attività ed instaurando un vero e proprio rapporto di “lavoro subordinato”.

La madre controllava che le uscite fossero compatibili con gli orari di ricevimento dei clienti, rispondeva abitualmente ad una delle utenze indicate per prendere gli appuntamenti, stabiliva le regole, inseriva gli annunci su internet, sceglieva le ragazze con caratteristiche ed “abilità” differenti, idonee ad una clientela variegata.

La figlia aveva anch’ella un ruolo di primaria importanza, era perfettamente consapevole di quanto accadeva nell’appartamento e lei stessa si occupava, su disposizione della madre, di recuperare gli incassi.

All’alba di ieri, i poliziotti hanno eseguito la perquisizione nell’appartamento di Corso Buenos Aires, di proprietà di un italiano non indagato, ponendolo sotto sequestro. All’interno era presente una cittadina russa di 42 anni, che ha riferito di essere arrivata in Italia da pochi giorni e, con l’offerta di un’ospitalità e di una prospettiva di lavoro, era di fatto segregata e costretta a prostituirsi.

Sono state, inoltre, sequestrate circa 30 borse griffate, per un valore di decine di migliaia di euro, computer e supporti informatici, telefoni e orologi di valore e gioielli, tutti beni acquistati grazie ai proventi ricavati con l’illecita attività.
Poste sotto sequestro anche le due autovetture, una Mercedes GLC ed una Smart, intestate rispettivamente alla madre ed alla figlia, il cui tenore di vita andava ben oltre le loro possibilità, non svolgendo di fatto alcuna attività lavorativa.

Sono in corso ulteriori accertamenti da parte degli inquirenti su ben 13 posizioni bancarie, nonché sulle dimensioni tentacolari del giro di prostituzione organizzato dalla 44enne, che vive in Italia da moltissimi anni.