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Non solo. Nel corso di una cena a Roma (nella foto) con i parlamentari liguri (tra i quali Edoardo Rixi e Roberto Bagnasco), Ferrero ha rilanciato la sua versione: "I Fondi sono tutti sfondati". Poi, rivolto alla deputata Sara Foscolo, ha detto: "Non venderò mai la Sampdoria, se no perdo lei che è sampdoriana".
Nonostante questo, continuano a circolare indiscrezioni - ne ha scritto oggi Repubblica - relative ad uno spostamento dell'epicentro delle operazioni di cessione della Sampdoria, che non sarebbero tramontate ma semplicemente avrebbero come punto di riferimento New York e non più Londra.
Resta il fatto che attualmente la differenza tra la domanda di Ferrero (180 milioni, trattabili sino a 140) e l'offerta del Fondo rappresentato da Vialli (70 milioni, elevabili a 90) è ancora troppo ampia per far pensare ad una positiva conclusione della trattativa. Che infatti ristagna. Probabilmente in questi giorni sul tavolo di Paolo Fiorentino, il vicepresidente vicario scelto dalla Sampdoria proprio per valutare eventuali proposte di acquisto, sono giunte anche altre manifestazioni di interesse per il club , tra cui - si mormora in ambienti cittadini - anche da parte di una cordata genovese. Ma Ferrero non molla, o meglio è disposto a mollare solo alle sue condizioni. Il fatto che la Sampdoria gli sia stata elargita da Garrone nel 2014 non è condizione sufficiente per giustificare una vendita a costo zero.
Sinché l'offerta di acquisto, da parte di chiunque, non salirà ben oltre i cento milioni di euro, non verrà neppure presa in considerazione. Anche se Ferrero non ha ancora chiarito, evitando di rispondere alle dieci domande di Primocanale, che cosa compra, oltre ai cartellini dei giocatori, chi prende in mano la Sampdoria. Il marchio? Gli investimenti immobiliari, peraltro a credito? La sede? Per ora Ferrero resta in sella e con lui tutti i dubbi di una gestione sicuramente virtuosa sul piano dell'attivo di bilancio ma nebulosa sotto altri aspetti, sui quali continua ad indagare la Procura di Roma, malgrado il dissequesto parziale per vizio di forma dei beni del presidente e della società.
IL COMMENTO
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