porti e logistica

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Due anni fa ho iniziato le trasmissioni “Porto e Città” volte proprio a sensibilizzare i due territori confinanti a ragionare sui reciproci diritti ed interessi. Sentivo, forse da politico in quel momento, che prima o poi la “guerra” avrebbe preso sempre più campo e pensavo e penso, che solo con un forte dialogo tra le parti si possa e si debba consentire nel reciproco interesse, costruire un futuro di buona convivenza.

C’è forse chi pensa invece che comunicare sia inutile ed è legittimo è comprensibile che se c’è poca informazione si crei preoccupazione nei cittadini. Il tema ambientale non può più essere rimandato in una città porto, lo dico da tre anni ma nessuno ha voluto ascoltare. Genova non è una landa desolata come Gioia Tauro, è un’area unica che prende porto e città dove fumi, polveri e rumori non restano nell’area demaniale ma entrano a poche decine centinaia di metri dentro la città, in area comunale, nelle case nella vita dei cittadini.
E tutti i sondaggi che abbiamo fatto dimostrano come i cittadini comprendono l’importanza del lavoro portuale, dell’occupazione, della necessità di investimenti per far crescere il territorio, ma legittimamente si preoccupano dei danni fisici che certe lavorazioni possono creare alle persone ai loro figli, come dargli torto?! In questi casi si deve comunicare, dialogare, spiegare e convincere quello che si vuole fare e perché magari l’operazione X non creerà alcun problema.


Nel caso dei cantieri Amico e dell’ultima concessione rilasciata dall’Autorità Portuale le diatribe sono diverse: In primo luogo c’è una discussione in essere sfociata anche con ricorso al TAR, di Ucina (Salone Nautico) per i diritti sull’area divisa tra loro e Amico ma con durate diversa. Il 27 marzo dovrebbe esserci il pronunciamento del TAR e come dice la presidente Demaria di Ucina, si deve attendere quel giorno per avere un nuovo quadro della situazione. Va sottolineato come se il TAR desse ragione ad Ucina anche la sua concessione di 4 anni decadrebbe e quindi si rientrerebbe in una fase molto “misteriosa” su chi poi otterrebbe la concessione dell’area anche frazionata e per quanto tempo. Ma Amico ha anche contro i comitati dei quartieri e associazioni che difendono il diritto di vivere in città’ senza dover subire eccessi di sforamenti di livello di vari metalli, ed altri prodotti che possono ledere la salute dei cittadini.


E la nuova concessione ad Amico è da una parte una ammirevole possibile operazione che crea investimento e occupazione, quello di cui Genova ha assoluto bisogno ma dall’altra non chiarisce e garantisce ne la tipologia di lavorazioni che verranno effettuate ne che i livelli di ogni tipo di elementi inquinanti resteranno all’interno dei parametri previsto dalla legge. E questo non all’interno dell’area demaniale affidata dove il tema riguarda la sicurezza per i lavoratori che certamente conosceranno bene i loro diritti e le dotazioni di sicurezza da utilizzare, ma specialmente la qualità dell’aria che a seconda anche dei venti va a portare in diversi punti della città’ possibile inquinamento forse oltre i limiti previsti e che dovrebbero essere monitorati da Arpal che pare però non abbia centraline sufficienti e piazzate nei punti più’ a rischio per fare controlli oggettivi.

La conferenza stampa quindi di ieri di Amico, dove più che altro voleva illustrare numeri di possibile sviluppo non ha visto alla fine ne la partecipazione del Sindaco Bucci ne quella del Presidente dell’Autorità Portuale sebbene annunciati nell’invito. E invece sì sono presentati i comitati contro questa nuova area di lavorazioni affidata ad Amico. Battaglia quindi a tre su queste aree: Amico contro Ucina e contro comitati. Ci tengo a sottolineare ancora una volta come sia chiaro a tutti noi che investimenti e lavoro siamo indispensabili per Genova e che Amico è un’azienda di cui dobbiamo essere orgogliosi come genovesi per la qualità del lavoro che svolge a livello internazionale. Ma abbiamo visto anche le decine di migliaia di ragazzi in piazza che chiedono un mondo più pulito dove vivere, nessuno può barattare la salute con il lavoro.

È necessario che tutti gli “struzzi” genovesi e italiani tirino fuori la testa dalla sabbia e abbiano il coraggio di affrontare i problemi ambientali per quello che sono, dialogando, non imponendo presenze fuori dalle regole e cercando di programmare insieme ai cittadini miglioramenti in tempi accettabili ma mettendo al primo posto l’esigenza di rendere possibile la convivenza tra porto e Città’ sotto ogni aspetto. Presto proporrò ai vari soggetti interessati un incontro convegno su questo tema su cui si gioca il futuro di porto e Città’, una convivenza che dobbiamo tutti rendere possibile.