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La questione "province" infiamma la politica italiana e, ovviamente, anche quella ligure: per Matteo Salvini si tratta di enti intermedi utili per la gestione della cosa pubblica a livello locale, per Luigi Di Maio sono invece un poltronificio. Ma mai come in questo caso la querelle esce dal tavolo del consiglio dei ministri ed entra nelle case degli italiani poiché le province hanno rappresentato, per molti, l'identità dei territori, con quelle vecchie targhe automobilistiche che permettevano di riconoscere un genovese da un milanese a colpo d'occhio.

Per Giovanni Toti, governatore della Liguria, quello tra Salvini e Di Maio è un dibattito assurdo poiché ha "mille volte ragione il primo". 

"Solo chi non ha amministrato mai nulla non si rende conto di quale danno è stato fatto dall'abolizione di quell'ente. Un'abolizione per altro a metà, che ha mantenuto i costi pubblici tagliando i servizi - commenta Toti - Le Province gestivano e in parte ancora gestiscono scuole, strade, lavori pubblici, fauna selvatica e molto molto altro. Oggi lo fanno ancora o lo fanno altri enti in modo estemporaneo e senza mezzi: non c'è spesso chi spala la neve, non hanno risorse per rimediare alle molte frane sulle nostre vie. I Comuni, soprattutto quelli più piccoli, sono lasciati completamente soli e senza fondi. Se vogliamo un Paese che funzioni servono enti efficienti, vicini ai cittadini, che si occupino di quello che serve. L'abolizione delle Province ha solo abolito chi si curava e riparava tutto questo. Basta demagogia, basta improvvisazione sulla pelle di tutti noi".