Sulla base di questi indizi, la fantasia dei tifosi blucerchiati si è messa in moto alimentando l’idea di una Sampdoria a stelle e strisce (nella foto), garantita dalla figura dell’ex capocannoniere dello scudetto. Nel contempo la posizione di Marco Giampaolo è stata congelata, in attesa degli sviluppi societari. L’allenatore ha ancora un anno di contratto, ma ha chiesto garanzie tecniche. Che Ferrero non può dargli. E Vialli, a cui Giampaolo piace molto, probabilmente sì.
Tutto fermo, anche perché Ferrero deve essere affiancato negli Usa dai vicepresidenti Antonio Romei e Paolo Fiorentino per trattare nei dettagli la parte economica, non ancora del tutto soddisfacente per l’attuale presidente. Continuano a ballare una trentina di milioni, ma la distanza è colmabile attraverso un’operazione di ingegneria finanziaria messa a punto da Stefano Oliva, direttore di York Capital in Europa.
Come sosteniamo da tempo, l’unica trattativa seria, concreta e prolungata per il cambio di proprietà della Sampdoria è da mesi, esattamente dallo scorso autunno, con un primo approccio addirittura a luglio, quella con Vialli e i suoi sostenitori. Tra questi, quale sponda genovese dell’operazione, ci sarebbero anche Enrico Mantovani (pronto ad entrare nel nuovo consiglio di amministrazione, come annunciò a Gradinata Sud) ed Edoardo Garrone, che in questi mesi ha seguito da vicino gli sviluppi della trattativa. L’operazione è entrata nella fase cruciale e il closing potrebbe esserci già lunedì.
L’alternativa è rappresentata dalla prosecuzione della gestione Ferrero, ma con numerose incognite: una società da ricostituire nell’area tecnica (allenatore e dg compresi), una squadra da rifondare (Andersen e Praet sono in partenza), una tifoseria disillusa da riconquistare e probabilmente un processo penale da affrontare. In ballo non c’è solo la Sampdoria di oggi ma, soprattutto, quella di domani.
IL COMMENTO
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