
Coordinato da Luca Ghiglione della “Sereni Orizzonti” e da Monica Barbera e Franco Laureri del “Centro Studi F.M. Giancardi”, il progetto verrà presto raccontato in un video nel quale esperti commenteranno i diversi passaggi di quelle che sono vere e proprie sedute terapeutiche.
"È accertato che le memorie evocate da stimoli olfattivi sono più vivide e assumono caratteristiche emozionali superiori a quelle evocate da stimolazioni visive o verbali" spiega il professor Regesta. "La base neurobiologica di questo fenomeno risiede nel fatto che il sistema olfattivo, a differenza degli altri sistemi sensoriali, è collegato direttamente con il nucleo dell’amigdala, situato nel lobo temporale e strettamente connesso con la formazione dell’ippocampo, che è di importanza cruciale per l’esperienza emozionale e per la memoria emozionale".
Ognuno di noi conserva quindi il ricordo emotivo di un determinato cibo, collegato a vissuti lontani piacevoli e gratificanti, che vorremmo nuovamente assaporare. Accade soprattutto che l’odore e il gusto di un cibo che torniamo a mangiare dopo molto tempo facciano scattare un meccanismo immediato e involontario che ci riporta alla coscienza memorie autobiografiche remote.
"La scoperta di questo affascinante meccanismo e la sua celebre descrizione – ricorda il professor Regesta – la dobbiamo al genio di Marcel Proust, neuroscienziato a sua insaputa, che riassaporando a distanza di molti anni il profumo e il gusto di una petite madeleine dopo averla immersa nel tè rievoca con immensa gioia un’esperienza della sua infanzia, dando così inizio alla sua ricerca del tempo perduto".
IL COMMENTO
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