cronaca

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Durante la conferenza stampa di questo pomeriggio, dichiarazione a sorpresa di Danilo Coppe, l'esplosivista titolare della Siag di Parma: "Avevo ricevuto l'incarico di demolire il ponte Morandi da Aspi nel 2003".  Ha poi rivelato che il progetto non era stato eseguito perché l'operazione si era rivelata troppo costosa e complessa.

Poi è arrivata la replica di Spea, la società ingneristica del gruppo Atlantia: "In relazione alle dichiarazioni del responsabile della Siag di Parma circa l'esistenza di un progetto del 2003 relativo alla demolizione con esplosivi del Ponte Morandi, la società Spea ribadisce quanto già comunicato in ottobre 2018. Si trattò di un semplice studio di fattibilità commissionato nel 2003 da Spea circa la decostruzione del Ponte Morandi (anche per mezzo di esplosivi) finalizzato alla sostituzione dello stesso con un Ponte con capacità raddoppiata a 4+4 corsie sulla stessa impronta a terra, per poter servire anche il traffico della costruenda Gronda", scrive Spea in una nota.

"La costruzione di un nuovo ponte sul Polcevera con capacità doppia era solo una delle tante opzioni di attraversamento del torrente studiata in quegli anni; opzioni che poi vennero anche successivamente discusse in dibattito pubblico a partire dal 2008. Tale soluzione fu poi considerata meno efficace di quella ad oggi prevista nel progetto Gronda con attraversamento a Bolzaneto", afferma Spea. "Ogni ipotesi o illazione che tale studio di fattibilità fosse correlato a eventuali problemi del Ponte Morandi, come pure che la scelta finale sia stata fatta sulla base di considerazioni economiche di costo, è totalmente fantasiosa", conclude la nota di Spea.