Politica

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"Penso tutto il male possibile delle parole di Umberto Bossi sullo sciopero fiscale e sui fucili. Dobbiamo stare attenti, anche i suoi alleati, perché credo che l'uso di parole violente non abbiano mai effetti passeggeri". Lo ha detto stamattina, a Genova, il ministro alla Famiglia, Rosy Bindi, commentando le parole del leader della Lega Nord. "C'é il rischio - ha aggiunto il ministro - di creare quantomeno l'abitudine all'uso di parole come pietre che provocano poi atteggiamenti assolutamente pericolosi". La Bindi ha fatto visita nel capoluogo ligure per affrontare il tema delle primarie per la leadership del Partito Democratico: "Se mi sono candidata - ha detto - è perchè le regole che sono state poste non mi piacciono. Stiamo facendo nascere un partito chiuso - ha aggiunto - Io avrei voluto sostenere Veltroni, ma non a queste condizioni". Poi ha affrontato i problemi legati alla leadership ligure: "Si potrebbe arrivare anche a trovare un candidato unico - ha detto il ministro Bindi - ma devono essere chiare a tutti determinate condizioni. Mario Tullo non può essere il candidato unico perchè non piace a una buona parte dell'area a cui fa riferimento". "Non so come faccia a dire queste cose Rosy Bindi - replica il diretto interessato all'uscita dal vertice avuto a pranzo con Marta Vincenzi, il segretario regionale della Margherita Rosario Monteleone, quello genovese Pippo Rossetti e l'onorevole Andrea Orlando - Abbiamo parlato delle regole per la formazione delle liste e abbiamo ribadito che faremo liste asperte, soprattutto alla cosiddetta lista civica". Pare che questa rassicurazione abbia convinto Marta Vincenzi a non presentare una propria lista, come sembrava in un primo momento. (Davide Lentini)