cronaca

Proseguono le indagini contro le auto clonate
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Auto in fotocopia”, questo il nome utilizzato dalla polizia per rintracciare un astuto sistema che, attraverso pratiche irregolari di nazionalizzazione delle vetture, permette di reimmettere sul mercato veicoli di provenienza illecita clonando i dati identificativi e alterando i documenti di circolazione di veicoli regolari.


La polizia stradale, per scoraggiare questo tipo di illecito, compresa la squadra regionale di polizia giudiziaria del compartimento della Liguria, ha avviato verifiche a tappeto sulla documentazione acquisita all’atto delle immatricolazioni di veicoli provenienti dall’estero dalle Agenzie e dalle locali Motorizzazioni civili.


Nel 2018, in Liguria, sono state presentate 2710 pratiche di nazionalizzazione, ed in particolare 2.003 a Genova, 202 ad Imperia, 241 a Savona e 270 a La Spezia. “Dopo un’attenta analisi dei dati, sono stati effettuati mirati controlli e verifiche presso le sedi provinciali delle relative Motorizzazioni, tenendo presenti alcuni fattori di rischio sintomatici e rivelatori tra i quali: marca e modello del veicolo (analizzando brand e modelli più ricorrenti);paese di provenienza delle autovetture (Germania, Francia, Spagna ed altre nazioni che possano risultare numericamente significativi)” spiegano dalla polizia stradale.


“Complessivamente sono stati individuati ed analizzati con attenzione circa 300 casi che presentavano fattori di rischio; 50 sono state ritenute meritevoli di ulteriori approfondimenti e fra questi sono stati scoperti 15 veicoli oggetto di ricerche in ambito Schengen, sequestrando la falsa documentazione presentata per ottenere le nazionalizzazioni. Tra i veicoli sequestrati a seguito dell’attività di indagine, si segnalano le autovetture gestite da un sodalizio criminale di Novara, che aveva nazionalizzato diverse autovetture ‘taroccate’ fra cui una BMW X4, due Mini Countryman, una Opel MOKKA ed un’Audi Q5. Le auto, che si trovavano in diverse zone di Italia, venivano segnalate agli uffici competenti della Polizia Stradale che, dopo aver identificato correttamente i veicoli, risalendo ai numeri di telaio originali, provvedevano al loro sequestro. Due di queste risultavano nazionalizzate a Savona e, dall’analisi dei documenti, si era notato che per entrambe le auto era stato indicato lo stesso numero di targa spagnolo; i numeri di telaio riportati sui documenti e stampigliati sulle autovetture, non risultavano però essere mai stati immatricolati in Spagna” aggiungono dal compartimento ligure della polstrada.


Il lavoro degli operatori delle squadre di polizia giudiziaria per scoprire le auto clonate è altamente professionale, non si limita alla semplice verifica documentale ma ogni anomalia riguardante i dati identificativi viene sottoposta al vaglio di personale esperto per ulteriori accertamenti tecnici sul veicolo che, con assoluta certezza, riconducono alla sua reale identità.


Si tratta in gran parte di veicoli rubati o appropriati indebitamente in Italia o all’estero i cui dati identificativi vengono abilmente alterati ricalcando quelli di veicoli circolanti in altri Paesi, da cui solitamente provengono i documenti di circolazione utilizzati per l’immatricolazione. Altre volte per rinnovare l’identità del veicolo vengono utilizzati documenti rubati in bianco. Le pratiche truffaldine raffigurano il classico caso di un clone: una vettura circola contestualmente in due paesi, e organizzazioni criminali specializzate si occupano di tutto, dal procacciamento del veicolo all’alterazione dei dati, alla fornitura dei documenti per il restyling totale del veicolo. Talvolta invece è un’unica organizzazione a gestire tutto il riciclaggio.