
I detenuti verranno selezionati e avviati ad un percorso di formazione, prima di svolgere queste attività a titolo volontario e gratuito e reintegrarsi nella società. "Anche chi vive nella casa circondariale fa parte della città e questi lavori rappresentano un servizio importante per Genova”, ha commentato il sindaco Bucci. “Ci sono delle aziende e società partecipate, come Amiu e Aster, che entreranno in contatto con una realtà diversa dalla loro, sviluppando una attenzione in più al lato umano".
“È un progetto importante poiché sia i detenuti vengono rieducati sia viene rieducata la società che vive attorno al carcere”, ha proseguito il ministro. “Stiamo cercando di garantire la certezza della pena: non ci sono più sconti di pena per chi ha ottenuto l'ergastolo, non ci sono attenuanti per i reati di femminicidio. Chi sbaglia paga, ma tutto nel rispetto della dignità di detenuto”.
L’esempio delle altre città italiane ha già attirato l’attenzione internazionale: “Qualche settimana fa sono venuti dei rappresentanti delle Nazioni Unite perché questo progetto ha destato il loro interesse. L'Italia potrebbe avere un volto nuovo all'estero per le proprie normative", ha detto Bonafede. Che poi ha ricordato la vicinanza a Genova da parte del Ministero della Giustizia. “Nell’ultimo anno abbiamo implementato il personale negli uffici giudiziari con 45 persone in più e sono in arrivo altre 37”.
IL COMMENTO
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