
E poi, una volta realizzata la tragedia, c’è stato il dramma delle persone, in un periodo di vacanza e serenità, il pensiero era per tutti coloro che stavano vivendo questo dramma. Ma cosa rimane da quel 14 agosto? “Non ci siamo ancora ripresi, i genovesi sono un popolo che vuole reagire ma nonostante questo noi siamo molto pesanti, soprattutto per quanto riguarda il commercio e le attività in Valpolcevera”, analizza Odone.
Le difficoltà di Genova, come ha spiegato il presidente dell’aeroporto, nascono da un fattore demografico: “Stiamo gestendo una città che sulla carta sarebbe di 820 mila abitanti, finché l’economia teneva ci siamo riusciti, da quando c’è la crisi sono saltati i freni. Troppe attività produttive rispetto al numero di cittadini, in questo senso siamo sbilanciati”. Un altro annoso problema, per Genova, è la mancanza di infrastrutture, che ha influito anche sul dramma del 14 agosto dell’anno scorso: “Il porto e l’aeroporto tengono ma il crollo del ponte ha limitato per un periodo i voli; le persone, se potevano, non venivano a prendere l’aereo a Genova. La verità – prosegue Odone – è che ci sono voluti i martiri per capire l’importanza delle infrastrutture”.
Il presidente dell’Aeroporto di Genova non ha dubbi: “Stiamo in un deficit di infrastrutture che è a dir poco vergognoso. Il popolo ligure lo deve affermare con forza”. “Bisogna vincere la battaglia dei collegamenti, per far ripartire Genova e magari farla crescere demograficamente”, ha dichiarato Odone. L’obiettivo, da qui ai prossimi anni, è chiaro: migliorare le linee ferroviarie, quadruplicare la tratta Tortona-Milano che, come sottolinea il presidente dell’aeroporto, “permetterebbe di raggiungere il capoluogo lombardo in quaranta minuti”.
IL COMMENTO
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