
Ma la sfida dello “Scida” ha largamente evidenziato le lacune della squadra di Di Francesco, a cui per ora non è stato garantito dalla società quanto promesso in estate. In Calabria, infatti, l’allenatore è stato costretto, da una campagna acquisti asfittica, a schierare gli stessi uomini dello scorso anno, con la sola eccezione di Murillo al posto di Andersen. E con un Praet in meno, rimpiazzato dal solito Jankto in versione giampaoliana. Servono tre rinforzi: un centrocampista, un esterno d’attacco e un altro centravanti. Già, perché l’immenso Quagliarella rischia di restare “vittima” del 4-3-3: può super Fabio, alle soglie dei 37 anni, indossare i panni dell’unica punta solitaria costantemente nella morsa di due avversari? Lui che ha quasi sempre giocato con un compagno di reparto vicino. E’ l’enigma più importante e soltanto Difra, uomo serio e tecnico preparato, può scioglierlo.
Sulla carta, insomma, la Sampdoria è oggi sensibilmente indebolita rispetto all’ultima stagione, conclusa al nono posto. La sensazione è che il Viperetta, ancora una volta in netto attivo sul mercato, stia “scherzando” con il fuoco. Anche alla luce delle scadenze finanziarie e giudiziarie che incombono sulla sua testa.
Ma da domenica sera contro la Lazio bisognerà tornare a fare sul serio. E le strade sono soltanto due: 1) Ferrero vende in tempo utile la società al gruppo Vialli; 2) Ferrero investe nella squadra prima della fine delle trattative. E’ superfluo specificare quale sia, a nostro giudizio per il bene della Sampdoria, la soluzione auspicabile.
IL COMMENTO
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