Il pilota di Formula 2 Anthoine Hubert, 22 anni, è morto a Spa in uno spaventoso incidente in una gara a contorno del Gran Premio di Formula 1. Hubert si è scontrato con le monoposto del francese Giuliano Alesi e dello statunitense Juan Manuel Correa al secondo dei 25 giri previsti. Alesi è rimasto indenne, mentre Correa ha avuto fratture alle gambe ed è ricoverato incondizioni stabili, secondo la Federazione internazionale dell'automobile.
E' purtroppo l'ennesima tragedia nel mondo dell'automobilismo, nonostante gli importanti passi avanti fatti sul tema della sicurezza negli ultimi venti anni. Da Alberto Ascari a Jules Bianchi, sono tanti i piloti morti durante test, prove ufficiale e gran premi. Il campione milanese, primo vincitore di un Mondiale di Formula alla guida della Ferrari nel 1952, titolo bissato l'anno successivo, scomparve il 26 maggio del 1955 a soli 37 anni: durante un allenamento all'autodromo di Monza, la Ferrari 750 Sport guidata da Ascari sbandò e si capovolse, uccidendolo sul colpo. Negli Anni Cinquanta furono molti gli incidenti mortali anche nella 500 miglia di Indianapolis, con ben sei piloti americani deceduti nel giro di un lustro. Nel 1958 perse la vita un altro pilota italiano, Luigi Musso, 34 anni ancora da compiere, che uscì di pista con la Ferrari alla curva Calvaire durante il decimo giro del Gp di Francia, a Reims.
Altro terribile incidente riguardò nel 1967 Lorenzo Bandini: all'82esimo giro del gran premio di Monaco l'italiano perse il controllo della Ferrari, che colpì una bitta di ormeggio delle navi e divenne ingovernabile. La macchina si capovolse e prese fuoco, i soccorsi non furono rapidi e per Bandini non ci fu nulla da fare. Sorte diversa ebbe fortunatamente Niki Lauda durante il gran premio di Germania del 1 agosto 1976: dopo aver perso il controllo della vettura, l'austriaco colpì una roccia a lato del circuito del Nürburgring e terminò la sua corsa in mezzo alla pista, privo del casco scalzatosi nell'urto. La Ferrari prese fuoco con Lauda intrappolato all'interno, ma alcuni piloti accorsero rapidamente e riuscirono a estrarlo: l'austriaco ne uscì con gravi danni fisici e il volto sfigurato a vita, ma salvò la vita. Non altrettanto fortunato fu, l'8 maggio del 1982, Gilles Villeneuve. Durante le qualifiche del gran premio del Belgio, sul circuito di Zolder, il canadese entrò in collisione con la McLaren guidata da Jochen Mass e la sua vettura volò via finendo per sbalzarlo addirittura fuori dall'abitacolo dopo un volo di quasi 50 metri: i soccorsi furono repentini, ma per Villeneuve non ci fu nulla da fare.
Stessa tragica sorte colpì 4 anni dopo Elio De Angelis sul circuito francese di Paul Ricard a Le Castellet, dove il romano era impegnato in test privati. L'alettone posteriore della sua Brabham si staccò e fece perdere stabilità alla vettura, che finì contro una barriera e prese fuoco. I soccorsi furono complessi, anche perché all'epoca i test privati non erano soggetti alle stesse regole di sicurezza delle competizioni ufficiali: De Angelis morì il giorno dopo all'ospedale di Marsiglia a causa dell'asfissia provocata dal fumo dell'incendio, essendo rimasto intrappolato nell'abitacolo per sette minuti. Il 1994, poi, fu l'anno delle due tragedie del gran premio di San Marino: in due giorni morirono prima l'austriaco Roland Ratzenberger, finito a oltre 300 chilometri all'ora contro il muro esterno della curva intitolata a Gilles Villeneuve, e poi Ayrton Senna, schiantatosi contro il muro della curva del Tamburello.
Il tragico weekend di Imola rappresentò un punto di svolta per il tema della sicurezza in Formula 1. Negli ultimi 25 anni, il massimo campionato automobilistico ha però pianto un'altra vittima, il francese Jules Bianchi: il 5 ottobre 2014, nel corso del gran premio del Giappone, il pilota della Marussia perse il controllo della monoposto anche a causa della pioggia battente, uscì di pista a fortissima velocità e andò a scontrarsi contro una gru mobile ferma nella via di fuga per rimuovere la Sauber di Adrian Sutil, uscito di pista nel giro precedente. Le lesioni riportate da Bianchi furono molto gravi e, dopo nove mesi di coma, il francese spirò all'ospedale di Nizza.
Una tragedia scampata fortunatamente da Alex Zanardi, vittima nel 2001 di un grave incidente sul circuito del Lausitzring nel quale perse entrambi gli arti inferiori dopo lo scontro con la vettura guidata da Alex Tagliani: grazie ai pronti soccorsi i medici riuscirono a salvare la vita di Zanardi. Nulla, invece, hanno potuto fare i soccorritori per impedire il decesso del giovane Anthoine Hubert.
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F2, muore a Spa il giovane Hubert: quante vittime da Ascari in poi
Tragico incidente all'Eau Rouge, fatale per il 22enne francese
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