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Zingaretti: "Chiamarsi fuori è un gesto di grande generosità"
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Andrea Orlando, vicesegretario del Pd, fa un passo indietro rispetto all'esecutivo 'Conte bis'. "Il segretario del mio partito mi ha proposto di fare parte del nuovo governo con una delega di grande rilievo, fatte salve le prerogative del presidente incaricato e del Capo dello Stato. Ringraziandolo per la proposta ho declinato per due ragioni", ha scritto con un post sul suo profilo facebook. 

"La prima è che, come ripeto da settimane
, la nostra richiesta di discontinuità implica la necessità di una forte innovazione anche nella nostra compagine. E non si può chiedere ad altri quello che non si è in grado di chiedere a noi stessi. La seconda, la più importante, è che credo che la scommessa che stiamo facendo si gioca in larga parte nella società e in questo senso sarà determinante il ruolo del nostro partito.Rimanere a dirigerlo è per questo un onore ancora più grande e parte integrante della battaglia che dovremo condurre insieme", ha concluso Orlando.

Orlando e Dario Franceschini si sono poi recati a Palazzo Chigi per un incontro con il premier incaricato Giuseppe Conte. "Prima facciamo il governo, poi parleremo delle rinunce e delle accettazioni", ha detto Orlando, interpellato rispetto alla sua decisione di non entrare nell'esecutivo. "Ringrazio Andrea Orlando per il suo gesto di grande generosità legato ai due temi delicatissimi del nostro presente e del nostro futuro". Così il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, scrive in una nota dopo l'annuncio del vicesegretario, Andrea Orlando, che ha reso noto che non entrerà nel nuovo Governo.

"La scelta del Governo aprirà nella politica italiana
una fase del tutto nuova e tutta da scrivere. Importantissima, che sosterremo con tutte le nostre forze ma, come Andrea ha detto bene, non vogliamo e non possiamo limitare la nostra azione solo nell'impegno di Governo. C'è un lavoro immenso da fare, di elaborazione, radicamento, sperimentazione, spesso ricostruzione del partito che sarà centrale e decisivo per riconquistare fiducia e credibilità. Avere Andrea pienamente protagonista di questa fase è un segnale importante per tutti. Per me poi sarà fondamentale', ha concluso Zingaretti.

Orlando si fa da parte in una giornata decisiva per la trattativa Pd-M5S sul governo. Una girandola di riunioni si è succeduta prima del vertice tra i capigruppo M5S e quelli Pd a Palazzo Chigi per fare il punto definitivo sul programma. La mattinata si e' aperta con l'inizio delle votazioni sulla piattaforma Rousseau. Parallelamente, a Palazzo Chigi si è riunito lo stato maggiore del M5S: il capo politico Luigi Di Maio ha incontrato molti dei big pentastellati, dai ministri Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro a Massimo Bugani, fino a Giancarlo Cancelleri.

A Palazzo Chig hanno fatto tappa anche il sottosegretario Vincenzo Spadafora, il capogruppo M5S al Senato Stefano Patuanelli, il suo omologo alla Camera Francesco D'Uva e il senatore Nicola Morra. Da sciogliere ancora il nodo della squadra e dei nomi per i ministeri chiave, a partire dal Mef. Nel frattempo Di Maio continua a non esporsi.