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Il presidente tra squadra ultima in classifica, strafalcioni in tv e contestazione dei tifosi
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La Sampdoria ha perso a Napoli la terza partita consecutiva su tre disputate, subendo in totale nove gol senza segnarne alcuno su azione. Di Francesco ha schierato tre formazioni diverse e al “San Paolo” ha pure radicalmente cambiato modulo, rispolverando persino il desaparecido Regini. Con gli stessi risultati negativi, a parte qualche occasionale sussulto nel primo tempo, quando la squadra aveva avuto un buon approccio alla gara e Meret era stato bravo a murare Ferrari sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Ma la rete di Mertens, lasciato libero dal solito Murillo,  aveva lasciato intendere che per i tifosi blucerchiati e per il povero ed incolpevole Audero sarebbe stata un’altra giornata di sofferenza. Poco dopo Rigoni, ben imbeccato da Quagliarella, avrebbe potuto ristabilire la parità ma l’italo argentino, acquistato come esterno ed inspiegabilmente schierato da seconda punta, si è fatto ipnotizzare dal portiere del Napoli.


Nella ripresa la Samp è quasi scomparsa e per la formazione di Ancelotti è stato un gioco da ragazzi timbrare il raddoppio e poi gestire l’incontro sino al fischio finale.


E dire che il peggio doveva ancora arrivare. Ci ha pensato il solito Massimo Ferrero ad elargire l’ennesima sequenza di spiritosaggini assortite, banalizzando la sconfitta e sviando l’attenzione. Il Viperetta si è ripetuto anche il giorno dopo nell’amichevole salotto della Ventura, dove tra uno strafalcione e l’altro ha ripetuto come un mantra ossessivo un cavallo di battaglia che non incanta più nessuno: voglio 100 milioni per cedere la società a Vialli. Senza spiegare cosa è compreso in quegli ipotetici 100 milioni.


Ferrero ha sbandierato meriti per il settore giovanile, che non sforna un giocatore da anni, colleziona risulta mediocri e rappresenta un debito immobiliare pluriennale per chiunque rilevi la Sampdoria.


La scorsa notte, a Genova e dintorni, i Fieri Fossato hanno manifestato per tutta la città il loro disappunto, diciamo così, esponendo striscioni contro Ferrero, ormai sempre più un uomo solo. Parafrasando il radiocronista Ferretti, nel centenario della nascita di Fausto Coppi, non al comando, ma completamente alla deriva.