
Avviata per la prima volta in Italia, la sperimentazione prevede diverse fasi: il progetto dell'architettura di banca dati e hardware, quindi le sentenze vengono 'ripulite' da dati sensibili e quindi analizzate dall'algoritmo. "E' un progetto a lunghissimo respiro che potrà essere utile per gli avvocati, per il legislatore, per i giudici e per i singoli cittadini", ha spiegato Giovanni Comandè, docente di Diritto privato comparato alla Scuola superiore Sant'Anna.
La sperimentazione partirà con le sentenze in materia di separazione e divorzio, quelle che quantificano i risarcimenti per danni non patrimoniali e, tra queste, quelle di risarcimento del danno da stress e da mobbing lavorativo. L'algoritmo potrebbe così essere usato per creare tabelle come nel caso di risarcimento danni per gli infortuni.
"Non si tratta di creare una statistica. Si tratta di ricostruire i percorsi logici delle decisioni per vedere quali sono i ragionamenti sottesi e comuni. Capire se si riesce a trovare percorsi di lettura che possano essere usati da giudici e avvocati per capire qual e' l'orientamento di un tribunale in una determinata materia", ha detto il presidente del tribunale Enrico Ravera.
Il tribunale di Genova non è stato scelto a caso. "Qui siamo stati i primi ad aderire al processo civile telematico. Ormai è tutto digitalizzato. Ogni anno si iscrivono e si chiudono in media 25-30mila cause: una mole di materiale informatico che, una volta reso anonimo, potra' essere prezioso per la sperimentazione", ha concluso il presidente di sezione Domenico Pellegrini.
IL COMMENTO
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