
Le maestranze oggi occupate sono circa 50: "50 famiglie che rischiano seriamente di perdere il proprio posto di lavoro piombando nella disperazione", commentano i sindacati Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil. "Al dramma sociale si aggiungerebbe la beffa di dover assistere a nuove grandi opere incompiute, basti pensare ai tanti cantieri aperti della citata impresa sul territorio nazionale come ad esempio quello emblematico di Trisungo nelle zone terremotate di Arquata del Tronto in provincia di Ascoli Piceno e per restare al nostro territorio, al cantiere fermo da mesi del nodo di San Benigno, nevralgico per il tormentato traffico veicolare genovese".
"Quello che lascia ulteriormente stupefatti è che nonostante la crisi che attanaglia il settore delle costruzioni continui a mordere, la città di Genova è caratterizzata da una notevole quantità di investimenti pubblici per la messa in sicurezza del territorio, per le grandi infrastrutture e auspicabilmente per la rigenerazione urbana". E arriva un appello al nuovo Governo in carica, ai Ministri competenti e alle Istituzioni locali "affinché possa essere scongiurata questa ennesima sciagura".
IL COMMENTO
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