cronaca

"Sarà un esempio per il Paese, per un'Italia che quando vuole poi certi obiettivi li raggiunge"
1 minuto e 44 secondi di lettura
"Il ponte deve essere un simbolo del Paese in tutto il mondo e deve dare il messaggio che, quando gli italiani vogliono fare una cosa, la fanno bene. Faremo questo ponte in cinque, massimo sette mesi, sarà un record mondiale. Sarà un esempio per il Paese, per un'Italia che quando vuole poi certi obiettivi li raggiunge” commenta così l'amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, intervenendo a Genova alla cerimonia per il varo del primo impalcato del nuovo Ponte Morandi.

Fincantieri è una delle aziende dell'Ati PerGenova che sta realizzando il futuro viadotto sul Polcevera. "Oggi è una giornata importante per tutti, per quello che stiamo facendo. Forse nessuno si aspettava che partissimo così celermente, però ce la mettiamo tutta" ha detto Bono. "Noi cercheremo di rispettare i tempi. Ricordo a tutti che quelli iniziali erano di 12 mesi dopo la demolizione. La demolizione è finita a giugno, ma i mattoni sono ancora qua. Noi c'eravamo messi prima a lavorare. Tutte le aziende erano state mobilitate, credo che ce la faremo se non ci saranno altri intoppi. Verrà fuori un'opera veramente bella, anche dal punto di vista architettonico".

E sulla fusione con Leonardo, Bono aggiunge: “La penso come Profumo
. Bisogna capire cosa metti insieme, noi siamo molto forti nel civile, Leonardo pure, e poi abbiamo tutte e due una presenza nel settore della difesa, per altro in modo diverso. L'unico punto edificante è il discorso elettronico. Tutto si può fare, ma ci vuole la volontà e gli investimenti. Bisogna lavorare non sono solo Finmeccanica e Fincantieri che insistono sulla difesa. Ci sono una miriade di piccole e medie aziende che lavorano nel settore, aziende eccellenti rispetto alle quali uno dei primi obiettivi sarebbe quello di occuparsi di non perderne il controllo italiano. La mia attenzione in questo momento è soprattutto rivolta a queste Pmi e a come preservarle, affinché non vengano stranieri e se le prendano e portino via la tecnologia. Il tessuto industriale del Paese vero è quello lì” ha concluso Bono