
I residenti denunciano che "la cisterna è a pochi passi dalle nostre case e abbiamo paura". Il vagone è di proprietà della società Captrain, che fa capo alla francese Sncf, e il 25 ottobre era in viaggio da Rosignano Solvay (Livorno) ad Alessandria. Il treno sviò per oltre tre chilometri tra Zoagli e Rapallo e si fermò nei pressi della stazione, nel centro abitato, con le case a pochi metri dai binari. Le squadre speciali dei vigili del fuoco lavorarono tutta la notte scongiurando la fuoriuscita del cloroformio.
Le Ferrovie affermano di non potere spostare il vagone cisterna senza l'autorizzazione della Procura di Genova, che deve stabilire come procedere. "Lo scorso luglio il carico è stato travasato in un altro serbatoio e subito portato via", spiega una portavoce di Rfi. La cisterna invece è rimasta sui binari e controllata a vista. Il serbatoio, si apprende, potrebbe infatti contenere ancora un residuo del carico di cloroformio e per scongiurare ogni eventuale rischio viene presidiato dalle guardie giurate.
La procura di Genova nel frattempo ha indagato una decina di persone tra Rfi, Captrain e una ditta di Rosignano, proprietaria della sostanza e che aveva affittato il convoglio per il trasporto. L'accusa è di pericolo di disastro ferroviario. Il pubblico ministero Daniela Pischetola ha iscritto nel registro degli indagati i nomi per consentire gli accertamenti tecnici. E' in corso, infatti, la perizia che dovrà stabilire le cause dello svio e le eventuali responsabilità. Secondo gli inquirenti, che si dicono pronti al dissequestro, mancherebbe un accordo sulle modalità di spostamento della cisterna tra Fs e la società proprietaria del contenitore. Le operazioni di rimozione sarebbero molto costose e il prezzo non dovrebbe essere a carico della giustizia.
IL COMMENTO
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