Se si andasse a votare con il Rosatellum dopo il taglio dei parlamentari (clicca qui), alla Camera e al Senato nella nuova composizione l'attuale maggioranza giallorossa ne uscirebbe vittoriosa. E' quanto emerge da una simulazione di YouTrend che spiega le dinamiche di un eventuale voto una volta approvata la riforma. In particolare nella traduzione di voti in seggi i giallorossi alla Camera potrebbero contare su 199 seggi su 392 al netto dei seggi esteri. A Palazzo Madama otterrebbero 101 seggi, 8 in più del centrodestra, fermo a quota 93.
Con la nascita del Governo Conte bis si è profilata l'alleanza fra centrosinistra e Movimento 5 Stelle, rafforzata dalla scelta di un candidato unitario alle Regionali in Umbria. Questa novità spinge a ipotizzare uno scenario con una coalizione M5s-Pd anche alle Politiche. In effetti, ancora in occasione di quelle effettuate lo scorso 29 agosto, il dialogo tra Pd e M5s per formare il nuovo governo sembrava a uno stato troppo embrionale per poter immaginare un'intesa di tipo elettorale.
L'approvazione della riforma potrebbe significare un altro passo nella direzione di un'alleanza organica fra quelle che sono (stando ai sondaggi) la seconda e la terza forza politica in Italia. E, come stiamo per vedere, una coalizione elettorale giallo-rossa potrebbe avere buon gioco nelle urne. Il taglio dei parlamentari avrà un impatto limitato sulla legge elettorale.
Lo scorso marzo, infatti, è stata approvata una mini-riforma della legge elettorale che adegua automaticamente il numero di collegi uninominali al numero di componenti delle camere, in modo da evitare che la riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari alterasse la quota di seggi assegnati col maggioritario prevista dal Rosatellum (circa un terzo).
Insomma, con il taglio non ci sarà bisogno di intervenire ulteriormente sulla legge elettorale, poiché i collegi uninominali (che oggi sono 232 alla Camera e 116 al Senato) diminuirebbero in proporzione: ne avremmo quindi 147 alla Camera e 74 al Senato. Anche i parlamentari eletti all'estero sarebbero meno, passando da 12 a 8 alla Camera e da 6 a 4 al Senato.
Se si andasse a elezioni con questa nuova cornice, come andrebbe la maggioranza giallorossa? Lo scenario testato prevede una coalizione fra Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Italia Viva, Europa Verde e La Sinistra al 46,2% dei consensi. La contrapposizione è con un centrodestra unito al 47,2%, con Lega, Fratelli d'Italia, Forza Italia e Cambiamo! di Giovanni Toti. Ma quando trasformiamo i voti in seggi con il Rosatellum i risultati sono sorprendenti: in entrambi i rami del Parlamento la coalizione al governo sarebbe sull'orlo della maggioranza assoluta.
Per la precisione, alla Camera i giallo-rossi potrebbero contare su 199 seggi su 392. Basterebbe che ottenessero 2 degli 8 seggi riservati alla circoscrizione Estero per raggiungere la maggioranza assoluta. Le forze dell'attuale maggioranza potrebbero vincere in 78 collegi su 147, con una significativa differenza territoriale: vincerebbero infatti circa l'85% dei collegi delle regioni del Sud e delle Isole. Da Roma in su, invece, Pd-M5s e alleati risulterebbero vincenti essenzialmente nei collegi dell'ex Zona Rossa e nelle grandi città.
Il centrodestra, al contrario, si imporrebbe prevalentemente nel Nord. Al di fuori dei collegi urbani di Torino, Milano e Genova, la coalizione a trazione leghista vincerebbe tutti i collegi del Nord Ovest, nonché quelli del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia. In totale la coalizione guidata da Matteo Salvini otterrebbe 67 seggi nella componente maggioritaria. La Sudtiroler Volkspartei si imporrebbe invece nei 2 collegi altoatesini. Tutto questo giungerebbe a fronte di un sostanziale pareggio nel proporzionale: con il 46,2% complessivo, infatti, i giallo-rossi otterrebbero 121 seggi, mentre il 47,2% garantirebbe a Lega (84), Forza Italia (18) e FDI (21) un totale di 123 seggi. Alla fine, prima dei seggi attribuiti all'estero, la maggioranza di Zingaretti-Di Maio-Renzi avrebbe 9 seggi di vantaggio sulla coalizione Salvini-Meloni-Berlusconi.
Anche al Senato ci sarebbe una maggioranza giallo-rossa. Su un totale di 196 seggi - al netto dei 4 senatori eletti all'estero e dei senatori a vita - democratici, pentastellati e sinistra ne otterrebbero esattamente 101, 8 in più del centrodestra, fermo a quota 93. Il vantaggio verrebbe costruito, come alla Camera, nel maggioritario: dei 43 collegi dall'Emilia Romagna in giù, centrosinistra e 5 Stelle ne perderebbero meno di dieci. In totale, i collegi vinti sarebbero 40, a fronte dei 32 del centrodestra e dei 2 di SVP. Per quanto riguarda la quota proporzionale, qui assegnato su base regionale, ci sarebbe invece un pareggio preciso con 61 eletti per ciascuna coalizione.
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Taglio parlamentari e Rosatellum, Pd-M5s ne uscirebbero vincenti
Simulazione che spiega le dinamiche di un eventuale voto
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