La nuova piattaforma di Vado rischia di diventare un boccone indigesto per la popolazione locale: il nuovo terminal, che sarà inaugurato il prossimo 12 dicembre, non dispone infatti ancora di sufficienti opere di terra per mitigare l’aumento del traffico e la preoccupazione di una paralisi dell’area investe l'intero Comune.
Al punto che il sindaco della città, la combattiva Monica Giuliano, è stata costretta ad alzare la voce e battere i pugni sul tavolo (pare che l’altra mattina, in riunione, avesse un diavolo per capello) per ottenere dall’Autorità di Sistema Portuale le giuste garanzie. Non solo, l’appello urgentissimo del sindaco, preceduto da una serie di duri scambi a mezzo stampa, hanno fatto salire il livello di tensione tra Regione e Autorità Portuale: l’assessore ai porti, Andrea Benveduti, è entrato a gamba tesa sulla vicenda, imponendo una ‘cabina di regia’ che garantisca cronoprogramma e rispetto dei tempi.
Ma cosa non ha funzionato? Le opposizioni sono andate all’attacco, descrivendo una regione “pressapochista”, che ha abdicato alla sua funzione nell’ambito del progetto. Ma a Palazzo San Giorgio e, di riflesso, in piazza De Ferrari, descrivono una situazione diversa.
E’ stato lo stesso assessore Benveduti, dopo il serrato confronto dell’altro giorno, a smorzare i toni: “Mi sono reso conto di quante siano le complessità burocratiche”, ciò che da tempo, per la verità, va sostenendo (e non solo in questa partita) il presidente Paolo Emilio Signorini.
E’ però vero che il vertice andato in scena a Villa Groppallo rappresenta l’implicita ammissione che qualcosa, finora, non è andata per il verso giusto. E’ possibile che l’impatto sul traffico locale sia stato complessivamente sottostimato, visto che il terminal andrà a regime per gradi e che, probabilmente, neppure i vertici di Apm sono stati in grado di definire con certezza il ‘quando’ e il ‘quanto’. Ma un territorio come quello di Vado, che sul piano economico trarrà dei benefici ma che cede al terminalista una consistente servitù, merita la massima attenzione, molto più di quanto non sia avvenuto finora.
Non si può dire che la piattaforma sarà “un gioiello unico nel mediterraneo”, come ha sostenuto più volte il presidente Signorini, se poi quel ‘gioiello’ trasformerà la viabilità locale in un inferno.
Anche l’incontro dell’altro giorno non è sufficiente né chiarificatore: ci sono due fiumi da mettere in sicurezza, tanto per cominciare, e non si capisce perché almeno questi lavori non siano ancora iniziati; se un fiume esonda cambia qualcosa se sul piazzale ci sono due o cento camion? Sono state poi comunicate forbici troppo ampie: si è parlato di “due o tre anni” per completare la prima fase dei lavori, una differenza di 365 giorni che non piace ai vadesi che temono di doverli trascorrere in coda.
La cabina di regia, però, è una buona notizia, al punto che la stessa sindaco Giuliano l’ha considerata positivamente: la politica regionale torna infatti al centro della questione, si assume le sue responsabilità, non lascia il cerino in mano alla sola Autorità Portuale. A tutto vantaggio della rapidità dei lavori.
Che si concentreranno su due iniziali direttrici: la nuova viabilità di via Trieste e la strada a scorrimento veloce che collegherà il casello di Savona alla piattaforma. “Sono due interventi che ritengo sufficienti per garantire una buona convivenza tra il terminal e la città”, ha detto Signorini. In un secondo momento, solo quando il lavoro aumenterà di intensità, sarà messo a cantiere il progetto del nuovo casello autostradale di Bossarino.
La cabina di regia si installerà ufficialmente a metà novembre: per allora si spera che tempi e interventi siano messi nero su bianco così che tutti, istituzioni, cittadini e stampa, possano tenere sotto controllo uno degli aspetti più importanti, la compatibilità porto – città, a cui di certo il terminal Apm non potrà sottrarsi.
porti e logistica
Piattaforma Vado: la 'cabina di regia' è solo un passo, ora date certe
I cittadini di Vado temono che la piattaforma possa congestionare il traffico
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