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Al “Dall’Ara” l’allenatore blucerchiato conferma la retroguardia e l’attacco mentre a centrocampo sceglie di escludere ancora Ekdal e preferisce Leris a Rigoni. Ma il risultato è pessimo. La squadra è in affanno da subito e Vieira è costretto a sbarrare la porta di Audero a pochi metri dalla linea bianca. Il primo tempo è noioso, il Bologna manovra un po’ meglio ma l’occasione davvero ghiotta capita sugli sviluppi di un corner a Gabbiadini, che colpisce il palo con una girata. Situazione sporadica, frutto di un episodio casuale e non ispirata dal collettivo. I padroni di casa sfiorano il vantaggio con il sempreverde Palacio, ma il riflesso di Audero è formidabile e si va negli spogliatoi sullo 0-0, complessivamente giusto.
Nell’intervallo Ranieri cambia lo spaesato Leris con De Paoli e l’abulico Bertolacci con Ekdal. Quagliarella ci prova, ma Skorupski è attento. Arriva, invece, la rete di Palacio, che sfrutta abilmente un’azione in velocità del tandem Sansone-Soriano e infila Audero. La Sampdoria reagisce e Quagliarella si vede annullato il pareggio con il Var: decisiva, per gli arbitri, la posizione attiva di Gabbiadini, scattato in fuorigioco: non tocca il pallone ma impedisce al difensore del Bologna di intervenire in rovesciata. Poco dopo è lo stesso Gabbiadini, però, a sorprendere Skorupski con un tiro dei suoi dalla distanza dopo un errore di alleggerimento degli avversari. 1-1, tutto sommato meritato.
E la Samp, rinfrancata nel morale, dà pure l’impressione di poter tentare il colpaccio. Ma l’illusione dura troppo poco, i blucerchiati si spengono e Bani trova il nuovo vantaggio del Bologna sfruttando la deviazione ravvicinata su un calcio d’angolo. L’ingresso di Caprari al posto di Jankto non dà la scossa e sono semmai gli emiliani a sfiorare il tris. Finisce con l’ennesima delusione per i tifosi, accorsi numerosi a Bologna e protagonisti anche di un commovente omaggio a Sinisa Mihajlovic, rimasto in ospedale.
La Sampdoria, senza cuore, in trasferta le ha perse tutte e con questo trend la salvezza risulta sempre più un’impresa.
IL COMMENTO
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