"Finalmente, ora si può davvero fare giustizia", questo il primo commento di Paolo Bonello. Dalla Spagna infatti è arrivata la buona notizia, quella che riapre le speranze di 13 genitori di veder fatta chiarezza e giustizia. La Corte d’Appello di Tarragona ha infatti accolto il ricorso presentato dalle famiglie delle 13 ragazze Erasmus che persero la vita durante un incidente avvenuto a Freginals. Sì al processo per individuare le responsabilità della tragedia.
"Dopo tre anni e mezzo di ricorsi e controricorsi siamo arrivati all'inizio dellla scalata della montagna. Se fosse stato tutto archiviato sarebbe tutto terminato e sarebbe stata una grande ingisutizia" spiega Paolo Bonello, papà di Francesca, la ragazza genovese che quel giorno lungo quella strada della Catalogna ha perso la vita. C'è soddisfazione per quanto deciso dal Tribunale spagnolo. "Siamo contenti, ci sono elementi talmente chiari sulle responsabilità dell'autista e poi ci sono tle estimonianze dei ragazzi sopravissuti che raccontano lo stato in cui si trovava l'autista spagnolo al momento dell'incidente".
Ma dai familiari delle vittime non si vuole puntare il dito contro una persona. L'obiettivo è mettere al centro il problema legato alla gestione dei trasporti dei ragazzi Erasmus: "Ora dobbiamo porre l'attenzione su tutto quello che c'è di contorno in questi viaggi, partenze notturne, percorsi interminabili e una situazione che da allora putroppo non è ancora cambiata" conclude Bonello.
Era il 20 marzo del 2016 quando, all'altezza di Freginals tra Valencia e Barcellona, il pullman si schiantò sulla carreggiata. Nell'impatto alcuni studenti vegono catapultati fuori dal mezzo. Complessivamente, le vittime accertate sono 13 e 34 i feriti. Sette delle vittime, tutte di età compresa tra i 19 e i 25 anni, sono ragazze italiane: Serena Saracino di Torino, Francesca Bonello di Genova, Elisa Valent di Venzone (Udine), Elisa Scarascia Mugnozza di Roma, Lucrezia Borghi di Greve in Chianti (Firenze), Valentina Gallo di Firenze, Elena Maestrini di Bagni di Gavorrano (Grosseto). Perdono la vita anche due ragazze tedesche, una romena, una uzbeka, una francese e una austriaca.
Il maggior indiziato è sempre stato l'autista del bus, Santiago Rodriguez Jimenez di 62 anni, accusato di omicidio colposo. Ora dalla Corte d'Appello è arivato il via libera al processo, cosa prima sempre negata. Una vicenda lunga intervallata da perizie e archiviazioni, tre in totale che hanno lasciato basiti i familiari delle vittime. L'ultima delusione a maggio con la terza e ultima archiviazione. Ma la battaglia per avere giustizia da parte dei genitori delle studentesse non si è mai fermata. Ora si apre un nuovo capitolo.
INDAGINI E TESTIMONIANZE - Tutti gli studenti sopravvissuti all'incidente, ascoltati nuovamente come testimoni nel corso delle indagini suppletive svolte dalla polizia spagnola, avrebbero confermato che l'autista manifestava segni di sonnolenza, e che da una verifica svolta presso l'ispettorato del lavoro sarebbe emerso che l'uomo non aveva rispettato i turni di riposo previsti. In un primo momento l'autista aveva ammesso di essersi addormentato. Una circostanza confermata, in un secondo tempo, anche dalle consulenze di parte sulla scatola nera, che mostravano vistosi cambi di velocità, come se il guidatore avesse avuto improvvisi colpi di sonno prima dello schianto. Gli investigatori avevano poi escluso che il pullman avesse guasti strutturali. Il conducente, tuttavia, durante un interrogatorio aveva ritrattato quella prima versione. E in base a una perizia sul sistema frenante del bus la procura di Amposta aveva concluso che era impossibile stabilire se i freni funzionavano o no. Così il pm aveva chiesto una nuova archiviazione. I genitori delle ragazze morte nell'incidente in Spagna non si sono mai arresi e in tutto questo tempo hanno lottato per ottenere giustizia.
cronaca
Strage Erasmus, si apre un nuovo capitolo: dalla Spagna via libera al processo
La decisione della corte d'Appello di Tarragona
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