cronaca

Saranno ospitati da associazioni, parrocchie e appartamenti privati
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Andrà a raggiungere una parente che risiede da anni a Genova. E' la bella storia di un profugo fuggito dalle guerre del Corno d'Africa. Dopo una lunga attesa e un lungo iter burocratico è arrivato il momento del viaggio in direzione della città della Superba. Insieme ad altre 50 persone è partito da Addis Abeba, in Etiopia con un volo che ha fatto scalo a Roma. Poi la partenza per Genova.

Il loro ingresso in Italia è reso possibile grazie al nuovo Protocollo d'intesa con lo Stato italiano, firmato lo scorso 3 maggio dalla Cei (attraverso Caritas Italiana e Fondazione Migrantes) e dalla Comunità di Sant'Egidio, che prevede l'arrivo di 600 persone nei prossimi due anni, dopo il primo accordo che ha già portato nel nostro Paese 500 rifugiati nel 2017-2018. Un progetto finanziato dai fondi dell'8x1000 della Cei, dai fondi raccolti dalla Comunità di Sant'Egidio e dalla generosità di associazioni e parrocchie.

"E' un giorno di festa per tanti: molti di voi, figli, sorelle e nipoti, dopo tanti anni di separazione finalmente si ricongiungono ai loro famigliari. Purtroppo, molto spesso le leggi dei Paesi europei sul tema dei ricongiungimenti famigliari sono restrittive, ed i figli maggiorenni come Feven e Gabriel, giunti oggi, non potevano riunirsi alla loro mamma proprio perché maggiorenni". Lo ha riferito all'aeroporto di Fiumicino Daniela Pompei, responsabile dei servizi ai Migranti della Comunità di Sant'Egidio, durante la cerimonia di accoglienza. "Il Corno d'Africa soffre da molti anni e tanti giovani, donne e bambini spesso si avventurano in viaggi molto pericolosi, che a volte portano alla morte", ha spiegato Pompei. "I corridoi umanitari, oltre a rappresentare un modello europeo, sono una linea legale, ma soprattutto sono una linea umana per ricongiungersi, per essere protetti e per ricominciare finalmente insieme una nuova vita."

I 51 profughi hanno ad attenderli alcuni familiari, da tempo residenti e integrati in Italia. Saranno accolti in diverse città tra cui Roma, Bologna, Firenze, Gubbio, Martina Franca, Milano e Padova presso associazioni, parrocchie, appartamenti di privati e istituti religiosi, con il supporto di famiglie italiane che si occuperanno di accompagnare il percorso d'integrazione sociale e lavorativa sul territorio, garantendo servizi, corsi di lingua italiana, inserimento scolastico per i minori, cure mediche adeguate.