cronaca

Originariamente il gruppo era composto da cinque individui ma poi il cucciolo è morto
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Il Ministero dell'Ambiente, con il supporto di Ispra, della Guardia Costiera e della Capitaneria di Porto, è impegnato nel monitoraggio e nella creazione di un ambiente protetto per il gruppo di orche che da oltre una settimana staziona nel porto di Genova e nelle aree vicine. Originariamente il gruppo era composto da cinque individui: quattro adulti e un piccolo. Quest'ultimo è poi morto ed è stato tenuto a galla dalla madre per diversi giorni, poi il suo corpo è scomparso. La Capitaneria di Porto di Genova ha emanato un'ordinanza per limitare l'interferenza tra l'attività di navigazione e la presenza dei cetacei, vietando in una "zona di precauzione", ovvero l'area antistante l'ingresso al bacino portuale di Pra', sia la navigazione sia qualsiasi attività subacquea. Questa ordinanza è in linea con le politiche di protezione dei cetacei approvate dalle Parti Contraenti di ACCOBAMS (Accordo per la Conservazione dei Cetacei del Mar Nero, Mar Mediterraneo e Atlantico contiguo).



La Capitaneria di Porto è stata supportata nella propria azione dalle organizzazioni Acquario di Genova, Whalewatching Genova, Consorzio Liguria Via mare e dall'ISPRA per indicazioni di carattere generale. Le orche sono animali selvatici molto gregari e soggetti a protezione integrale, e il tipo di intervento possibile su individui in chiara difficoltà e probabilmente malati è soggetto ad una serie di restrizioni: è infatti assolutamente sconsigliata qualsiasi tipo di interazione, perché potenzialmente affetti da patologie trasmissibili. Nei mari italiani le orche sono state già osservate almeno una decina di volte, anche se in eventi di brevissima durata, soprattutto nel secolo scorso in Mar Ligure, Mar di Sardegna e Sicilia. Il Ministero, avvalendosi del supporto dei tecnici, continuerà a seguire da vicino l'evoluzione della situazione.