cronaca

Il racconto di un giovane medico che da Genova va a Pavia per lavoro
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Continuano ad arrivare numerose le vostre testimonianze dei disagi vissuti lungo le autostrade della Liguria. Tra cantieri sparsi, tratte chiuse e gallerie con infiltrazioni d'acqua, rallentamenti e code infinite ed esasperanti per i tanti costretti per lavoro o necessità a mettersi in viaggio.


Francesco, giovane medico che vive a Genova ma lavora in Lombardia ci racconta i problemi che riscontra due volte alla settimana nel fare il viaggio andata e ritorno tra casa e l'ospedale dove lavora. "Lavoro a Pavia e ogni lunedì mattina e venerdì pomeriggio percorro l'autostrada da Sori fino al piccolo comune lombardo (e ritorno), un tragitto che in condizioni normali si potrebbe realizzare in un'ora mezza/due esagerando ma che da troppo tempo ormai si è iper dilatato per le problematiche note a tutti. Suddividendo il percorso in andata e ritorno si può dire che all'andata, da quando è avvenuto il crollo del ponte Morandi, si incontrano,ogni lunedì mattina, pesanti rallentamenti da dopo il casello di Genova est fino all'imbocco della A7 (rallentamenti in parte migliorati dall'apertura delle strade alternative post crollo) per via di mezzi privati e mezzi pesanti costretti ad uscire a Bolzaneto; imboccata l'autostrada in direzione Milano inizia, da diversi mesi, una serie di 3/4 restringimenti a corsia unica che fanno incolonnare le auto per km e per lavori non ben definiti (messa in sicurezza viadotti? rifacimento del manto stradale? Su questo ultimo punto per inciso voglio aggiungere che 1/2 volte l'anno nel periodo di piogge autunnali ci sono tratti dell'autostrada che si allagano all'inverosimile)".

Il racconto prosegue, c'è infatti da affrontare ogni venerdì sera anche il viaggio di rientro verso Genova: "Il ritorno, però, è la parte peggiore: dall'inverno all'estate immancabili i cantieri medesimi che si riscontrano all'andata, perpetuati per mesi e mesi e, ultima novità, il tratto di una delle gallerie della A12, poco prima dell'uscita di Genova est, allagato da settimane, tra l'altro anche a rischio di sbandamenti se percorso a velocità media autostradale. Personalmente, inoltre, a seguito delle numerose notizie di cedimenti non percorro più il viadotto Bisagno ma esco a Genova est o ovest, dovendo attraversare tutta la città allungando di molto il tempo per tornare a casa (anche 3 ore); vorrei fare lo stesso anche all'andata ma ciò comporterebbe una sveglia mattutina ancora prima dell'alba con una intera giornata lavorativa fino alle 19 da affrontare, solo per la "colpa" di dover affrontare un viadotto mal tenuto. Da lunedì scorso poi anche la novità del crollo di una volta di una galleria sulla A26".


Il giovane medico ci racconta tutta la sua preoccupazione e difficoltà nell'affrontare il viaggio e così ha scelto anche una strada alternativa per raggiungere la cittadina lombarda e il suo posto di lavoro, non senza però, ulteriori disagi: "La situazione è davvero insostenibile e lo è a tal punto che nelle ultime settimane ho scelto di salire in treno, sulla cui linea Genova Milano sarebbe da aprire un ulteriore capitolo. In tutto questo il pedaggio è rimasto immutato e rimango allibito leggendo i commenti di persone che si affrettano a dire che la gratuità non è il primo dei problemi: la società Autostrade che gestisce i nostri viadotti e le nostre gallerie è tenuta sia a farci viaggiare in piena sicurezza sia a venire incontro alle migliaia di utenti a seguito di tutte le problematiche sopracitate che di certo non sono state causate da noi. Come scritto all'inizio, sono un giovane lavoratore, con alle spalle numerose spese e sacrifici, come è ormai abitudine per i miei coetanei ed una riduzione della spesa autostradale, unitamente alla tranquillità di potermene tornare a casa senza la paura di volare giù da un viadotto, sono un mio/nostro diritto, senza classifiche di merito, sono diritti che non dovrebbero venire in una paese che si definisce civile" conclude Francesco.

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