cronaca

I sindacati pronti a scendere in piazza
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Stato di agitazione per i lavoratori Arcelor Mittal dello stabilimento di Genova Cornigliano. La decisione arriva direttamente dalla rsu dopo aver appreso "verbalmente dall'azienda", come si legge in una nota, che con il 1 gennaio 2020 non entrato in vigore il contratto integrativo aziendale.


Sono passate appena poche ore dalla buona notizia del ricorso accolto che ha permesso una proroga all'Altoforno 2 di taranto che consente al sito di continuare a lavorare e al governo di trattare la situazione con Arcelor Mittal. Ora arriva la nota negativa che porta i lavoratori alla decisione di dichiarare lo stato di agitazione. I sindacati hanno chiesto d?urgenza un incontro con le parti firmatarie dell?accordo di settembre 2018. "Dopo la positiva notizia sull' Altoforno 2 in un momento particolarmente delicato dove si sta discutendo del futuro della siderurgia e assolutamente inspiegabile la posizione dell?azienda di disdettare gli accordi integrativi. Le segretarie Nazionali si stanno muovendo in tal senso per trovate immediate risposte. In caso di risposte negative i lavoratori di Genova sono pronti a mobilitarsi da subito" spiega Alessandro Vella, segretario generale della Fim-Cisl Liguria.

Il contratto integrativo per i lavoratori ex Ilva regola fra l'altro anche le maggiorazioni per festivit, straordinario oltre ad altri aspetti quali il permesso per le donazioni di sangue, le chiamate sul lavoro e altri aspetti. Per questo l'rsu genovese, in sinergia con i sindacati nazionali chiede di contrastare "l'arroganza dell'azienda con la proclamazione dello stato di agitazione. Saremo pronti a ogni azione di lotta necessaria" cos come spiegato in una nota l'rsu.


Nell'accordo firmato a settembre 2018 era stato definito che i contratti integrativi avrebbero dovuto essere ridiscussi entro fine 2019, cosa che non avvenuta anche a causa dell'incertezza creata dalla decisione di Arcelor Mittal di restituire impianti e lavoratori ai commissari. Mesi di tensione tra Mittal, Governo e sindacati che hanno portato a una situazione di incertezza con la decisione del gruppo franco-indiano di lasciare l'Italia, con l'esecutivo alla ricerca di una soluzione. Ora una nuova tegola nella partita e all'orizzonte si fa sempre pi largo la possibilit di una grande manifestazione in piazza a Genova cos come confermato dal segretario genovese della Fiom Cgil Bruno Manganaro: "Come diceva sempre Sandro Pertini, 'a un brigante rispondiamo con un brigante e mezzo'. Qui si continuano a fare accordi tra governo e azienda alle spalle dei lavoratori che con l'azzeramento dell'integrativo rischiano di perdere 3-400 euro al mese. O l'azienda fa un passo indietro o tra qualche giorno saremo in piazza".


"Se Mittal non ritira la cancellazione della contrattazione di secondo livello entro il fine settimana a Genova non sono escluse azioni clamorose di protesta - spiega il segretario generale della Uilm di Genova Antonio Apa -. Mittal si scordi di annullare diritti conquistati in anni di lotte sindacali. Azienda e Governo capiranno che Genova vuole solo che venga riconosciuto quanto a suo tempo acquisito" conclude Apa.