Sono 750 i posti di lavoro a rischio dei dipendenti di Spea engineering, 50 dei quali nella provincia di Genova: lavoratrici e lavoratori ultra professionalizzati, tecnici ed ingegneri impegnati nella progettazione e vigilanza autostradale. Il 16 gennaio si è svolto lo sciopero delle maestranze con adesione totale delle stesse e la partecipazione ad una imponente manifestazione sotto la sede di Autostrade per L'Italia in concomitanza con il Cda del gruppo Atlantia.
"La sensazione è che Società Autostrade abbia individuato in Spea il caproespiatorio", spiega Federico Pezzoli, segretario generale Fillea Cgil Genova e Liguria, in una nota stampa. "La nostra posizione è quella di totale fiducia nella Magistratura anche perché siamo fermamente convinti che si farà luce e verranno evidenziati i distinguo tra il management ed i dipendenti che non hanno fatto altro che applicare le procedure a loro consegnate".
Quello delle procedure è proprio, forse, il tema centrale: "Se, ad oggi, sono accaduti due fatti gravissimi (di cui uno fortunatamente che non annovera vittime e feriti) in un lasso di tempo di solo un anno e mezzo, forse va ricercata una possibile causa non nella professionalità o capacità del singolo tecnico ispettore, bensì in una falla all’interno del sistema delle procedure relative alla attività di monitoraggio di viadotti e gallerie, procedure che fino al 2019 sono state eseguite da SPEA Engineering con regolarità, precisione, e conformemente alle richieste della Concessionaria", continua. "Va detto che le citate procedure sono state imposte da Autostrade a SPEA sulla base del rapporto di vincolo che le ha da sempre legate all’interno del Gruppo Atlantia. Ciononostante, va anche sottolineato che la procedura che in tutti questi anni è stata adottata è derivata da una volontà della Concessionaria (ovvero di Autostrade per l’Italia) di dotarsi di uno strumento, ancorché perfettibile ma basato comunque su una circolare ministeriale approvata dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti".
"Ciò premesso, ci si permette di offrire uno spunto di riflessione su procedure operative che, a fronte dei fatti occorsi, devono essere rilette nella chiave di un più efficace ed efficiente controllo delle strutture, le quali, trascorsi anche 60 anni dalla loro realizzazione, hanno bisogno, al pari di una persona anziana, di controlli più frequenti e più approfonditi, nonché di cure ad hoc", prosegue la nota stampa. "Per concludere, stante il fatto che una revisione approfondita delle procedure è ad oggi più che mai indispensabile, i lavoratori chiedono con forza di poter continuare a prestare il loro servizio, che è altamente qualificato e mette a disposizione un bagaglio di conoscenza estremamente vasto, sia nel campo della Direzione Lavori che della Progettazione nonché del monitoraggio, di cui custodiscono, nonostante le critiche che piovono su di loro, tutto il know-how".
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Autostrade taglia Spea, a Genova 50 posti a rischio. Cgil: "Capro espiatorio"
La lettera aperta dei sindacati
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