Ma la squadra di Ranieri ha fatto poco, troppo poco per ottenere i tre punti e anzi Audero ha dovuto mettere un paio di pezze alle scorribande dei vivaci avversari trascinati a centrocampo dalla discussa, nelle aule giudiziarie, plusvalenza blucerchiata Pedro Obiang. Dunque, meglio un punto che niente, come ha sottolineato l’allenatore, che in vista della sfida di lunedì sera con il Napoli, ancora al “Ferraris”, ha concesso due giorni di riposo alla Samp.
Suscita un certo effetto, peraltro, pensare che nel 2012 la Sampdoria, poi promossa ai play off in serie A, giunse sesta in serie B con una formazione che contemplava Romero in porta, Gastaldello e Mustafi centrali di difesa, Soriano e Obiang a centrocampo, Pellé, Eder e Pozzi di punta. Una compagine probabilmente più forte di quella attuale.
Ma questa è la realtà e bisogna farci i conti, con la speranza che dal mercato arrivi qualche rinforzo, anche se così non sembra. Dopo avere perso Ferrari e Murillo, la Sampdoria ha ingaggiato in difesa l’onesto Tonelli, buono il suo esordio, ma sta trattando il trasferimento di Caprari al Sassuolo e si è limitata ad ingaggiare il diciannovenne Kristoffer Askildsen, norvegese, centrocampista dello Stabaek. Un acquisto magari utile in prospettiva, non certo subito.
La classifica della Samp è ancora rassicurante con cinque punti di vantaggio sulla zona calda e il girone di ritorno alla seconda giornata vanta adesso un punto in più rispetto alla gestione Di Francesco. Ma la situazione non può essere sottovalutata. Ferrero, contestato nell’intervallo dai tifosi, è alle prese con la crisi profonda delle sue aziende e la Sampdoria ne sta pagando, almeno indirettamente, lo scotto.
IL COMMENTO
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