Ma al di là della festa mancata (e delle possibili ripercussioni sui traffici causate dal Coronavirus), la definitiva operatività del terminal dovrà fornire le risposte che da tempo i cittadini di Vado e la comunità portuale della Liguria stanno aspettando. In testa alla classifica delle preoccupazioni c'è la questione del traffico: il sistema di viabilità locale riuscirà a reggere all'impatto dei mezzi pesanti che frequenteranno il terminal? La sindaca di Vado Ligure, Monica Giuliano, si è molto battuta per ottenere dall'Autorità di Sistema Portuale una serie di interventi che serviranno a limitare i disagi ma del pacchetto complessivo molte cose, probabilmente le più importanti, devono ancora essere realizzate e i tempi non sembrano brevi.
C'è poi la situazione delle autostrade, già pesantemente colpite da limitazioni e cantieri: la A6 deve ancora essere ripristinata, la A26 è il colabrodo che abbiamo imparato a conoscere e la A10 è funestata dai lavori. Il traffico diretto al terminal di Vado sarà sopportabile o creerà nuovi imbuti a una circolazione già molto difficoltosa?
C'è, infine, l'importante questione del posizionamento commerciale del nuovo Vado Gateway: considerando la situazione di stallo dei traffici ad oggi non è’ prevedibile un incremento dei traffici. E’ quindi evidente che il nuovo terminal si dividerà la torta con gli altri scali di Psa e Sampierdarena innescando una battaglia dei prezzi.
A Vado, peraltro, sono già disponibili processi operativi semiautomtici, aspetto che potrà generare tariffe più competitive rispetto ai terminal di più vecchia concezione; va poi ricordato che sia Maersk che Cosco già scalano il PSA di Pra' ed è inevitabile che trasferiranno a Vado una parte di quei servizi, rendendo a questo punto ancora più marginale il ruolo del terminal Sech di Sampierdarena che va ricordato ha quote di minoranza incrociate con Psa.
IL COMMENTO
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