cronaca

Un ufficiale avrebbe confermato di aver visto nella stiva i cingolati e le armi
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Un incidente probatorio per cristallizzare le dichiarazioni del marittimo del Bana, il cargo libanese fermo in porto a Genova dal tre febbraio per sospetto traffico di armi e cingolati dalla Turchia al governo nazionale libico, da cui e' partita l'inchiesta. E' quanto chiedera' nelle prossime ore la procura di Genova. L'ufficiale e' stato sentito gia' piu' volte dagli investigatori della digos e della polizia di frontiera, coordinati dai pm della Dda Marco Zocco e Maria Chiara Paolucci.


L'uomo ha confermato di aver visto nella stiva i cingolati e le armi e ha aggiunto che a bordo, a sorvegliare il carico, erano presenti una dozzina di militari turchi. L'uomo ha detto anche che il cargo avrebbe trasportato mezzi piu' piccoli dotati di radar e jeep con cannoni anticarro. E poi, mitra, cannoni e razzi. Il carico degli armamenti, in violazione del cessate il fuoco, sarebbe stato fatto nel porto turco di Mersin. Il marittimo ha anche svelato che i militari turchi, alcuni forse anche dei servizi segreti, avrebbero detto all'equipaggio di mentire sulla sosta in Libia: quello scalo, gli sarebbe stato "suggerito", era dovuto a una avaria. I viaggi del cargo, pieno di armamenti, sarebbero stati almeno tre. I pm subito dopo l'arrivo in Italia della portacontainer, avevano sequestrato la plancia e indagato il comandante per traffico internazionale di armi.