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Le società dovranno decidere forme di compensazione in caso di misure di interdizione dell'accesso al pubblico
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Nel caos Coronavirus, si profila il caso dei rimborsi per gli abbonati e i paganti delle partite che verranno disputare a porte chiuse. Nei contratti standard per la vendita di abbonamenti e biglietti, la metà dei club di A (tra cui Genoa e Sampdoria, oltre ad Atalanta, Brescia, Inter, Juventus, Lecce, Roma, Spal e Udinese) non prevede alcun tipo di rimborso automatico in caso di chiusura degli spalti per qualsiasi motivo. In ogni caso l'eccezionalità della situazione dovrebbe con ogni probabilità indurre le società a rivedere in corsa le regole, prevedendo forme di compensazione a favore di chi la scorsa estate abbia sottoscritto la tessera stagionale, 35mila persone fra Genoa e Sampdoria.

La situazione difetta di precedenti e anche la contrattualistica vigente diventa inadeguata. Per esempio, nel modulo sottoposto dalla Juventus agli abbonati, il titolare della tessera all'atto dell'acquisto sottoscrive la clausola per cui, “l’eventuale annullamento e rinvio di una gara, con conseguente modifica di data, orario ed eventualmente luogo di disputa delle gare devono considerarsi modalità che rientrano nella normale prassi organizzativa degli eventi sportivi e in ogni caso sono da intendersi come situazioni possibili ed eventuali per le quali l’Abbonato accetta il rischio che si verifichino”, variazioni che “non danno diritto al rimborso parziale dell’abbonamento, né all’indennizzo per eventuali pregiudizi o al risarcimento dei danni diretti e indiretti che dovessero derivare dalle variazioni stesse”.

La disputa di partite in campo neutro o a porte chiuse, anche per singoli settori, “non comporteranno in alcun caso il diritto al rimborso parziale dell’abbonamento e/o la riduzione del corrispettivo e/o il diritto dell’Abbonato di ricevere risarcimenti o indennizzi e le spese di trasferta, in caso di squalifica del campo, saranno a carico dell’Abbonato”. Le stesse condizioni, inoltre, riguardano l’acquisto per un biglietto di una singola partita.

Condizioni analoghe sono previste anche da Brescia, Genoa, Lecce, Sampdoria, Spal e Udinese. Il Milan, invece, pur essendo tra le società sotto la lente dell'Antitrust, considera il rimborso solo nel caso in cui la variazione di data superi i 7 giorni, eventualità per cui è prevista unicamente la possibilità di rimborso del biglietto, con esplicita esclusione di ogni spesa accessoria sostenuta da parte del Titolare in conseguenza della suddetta variazione”, senza tuttavia fare riferimento agli abbonati né all’eventualità di gare a porte chiuse. Nel caso di Milan-Genoa, tuttavia, la società rossonera sta già predisponendo il rimborso.

Il Cagliari invece ha fatto sapere che per Cagliari-Roma rimborserà i biglietti se si giocasse a porte chiuse e, nell’eventualità, valuterà per le successive gare sempre in caso di porte chiuse: “Nel caso in cui le decisioni delle autorità competenti dovessero disporre che la partita si giochi a porte chiuse - recita la nota del club dei Quattro Mori - sarà possibile ottenere il rimborso dell’intero importo precedentemente pagato”.

Diverso invece il caso per i restanti otto club. Bologna, Parma, Torino e Fiorentina prevedono il rimborso sia dei biglietti che degli abbonamenti pro quota. La Lazio prevede che, in caso di chiusura di uno o più settori, venga messo a disposizione “un tagliando sostitutivo per altro settore” ma è “in ogni caso escluso il diritto al risarcimento dei danni, salvo il caso di inadempimento colpevole della S.S Lazio”. Il Napoli prevede “il diritto dell’utente di usufruire del biglietto di accesso già acquistato per assistere alla gara come originariamente programmata ovvero, in alternativa, il suo diritto al solo rimborso del biglietto”, mentre il Sassuolo e il Verona prevedono il rimborso, sia pure indicando solo i possessori del biglietto e non chi è abbonato.