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Con una nota della presidenza nazionale, l’Uisp ha con forza sottolineato la propria responsabilità sociale circa le misure adottate per contenere l'emergenza epidemiologica del COVID-19. “La salute, in particolare la salute pubblica, come diritto e bene primario per ogni cittadino, soprattutto in situazioni come quella che si sta vivendo nel nostro Paese richiede a tutti, corpi sociali e singole persone, di fare la propria parte con comportamenti che garantiscano forme di prevenzione”, sono le parole del presidente nazionale Vincenzo Manco.


“Detto questo, non possiamo però sottrarci dall'intervenire nel merito delle disposizioni riguardanti il mondo sportivo, che nei vari decreti emanati hanno mostrato qualche elemento di contraddizione – continua Manco - ciò emerge in modo chiaro proprio dalla lettura dell'articolo 1 del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 4 marzo, laddove si richiede la presenza del "proprio personale medico" con riferimento alle associazioni e società sportive, come condizione, di fatto, per poter svolgere le attività competitive e gli allenamenti degli atleti agonisti. Rendendo non sostenibile economicamente la presenza del medico per le migliaia di competizioni da tenersi su tutto il territorio nazionale, senza considerare la necessità di reperire il personale medico per fare fronte alle urgenze nei presidi sanitari.

“Stiamo poi interloquendo con Governo e Parlamento – conclude il presidente Manco - affinché, nei provvedimenti di sostegno ai settori produttivi toccati dalla crisi del coronavirus, sia tenuto in considerazione il danno economico che la Uisp stessa, con i propri livelli regionali e territoriali, le soietà sportive affiliate e gli altri organismi sportivi stanno subendo, al pari di tutte le altre organizzazioni sociali. Abbiamo a cuore soprattutto i nostri operatori, educatori e tecnici sportivi che stanno facendo i conti con il proprio lavoro e con la propria sussistenza familiar”.
L’Uisp sta continuando ad agire con la responsabilità collettiva che l’ha sempre contraddistinta, in attesa di un auspicato e urgente intervento che possa rendere possibile e paritario il diritto alla pratica sportiva per tutte e tutti.
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