Il Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini ha firmato questa mattina una nuova ordinanza con la quale dispone dalle ore 00,00 del 17 marzo 2020 e fino alle ore 24,00 del 3 aprile 2020 il divieto di percorrenza di tutti i sentieri escursionistici e scalinate annesse del territorio comunale, salva la necessità di percorrenza per il raggiungimento della propria abitazione. "Chiusi sentieri e scalinate, se non per motivi di rientro nelle proprie abitazioni - dichiara il Sindaco Pierluigi Peracchini - dopo un'analisi di questo weekend e un colloquio con il Prefetto che ringrazio per i suoi appelli e la fattiva sinergia, ho deciso di firmare un'ordinanza per impedire un affollamento nei sentieri e nelle scalinate delle nostre colline. Gli spezzini stanno reagendo in modo straordinario a questa emergenza, ma possiamo e dobbiamo fare di più rimanendo a casa e limitando gli spostamenti il più possibile".
"Il peggio purtroppo non è ancora alle nostre spalle, dobbiamo continuare a avere un grande senso civico e di responsabilità verso di sé e verso il prossimo. Soprattutto, è necessario farlo per rispetto ai medici, agli infermieri, agli operatori socio sanitari, agli ausiliari che sono in prima linea e che stanno lavorando giorno e notte per salvare le nostre vite. Con questa ordinanza credo che otterremo l'effetto di poter concentrare i controlli nel centro e nelle periferie: ancora troppe persone pensano che la situazione non sia seria, ma i bollettini che ogni giorno sono emanati da Regione Liguria e Asl parlano chiaro, non possiamo permettere la diffusione del contagio. L'unica possibilità che abbiamo per vincere questa battaglia è rimanere a casa, questo è il nostro dovere prioritario".
Si ricorda che il mancato rispetto di tutte le ordinanza in atto, compresa questa, comporta l'applicazione delle sanzioni di cui all'art. 7 bis della L. 267/2000 nonché segnalazione all'Autorità giudiziaria ai sensi dell'art. 650 del Codice Penale.
IL COMMENTO
Come si controllano le acque superficiali in Liguria
Che tristezza la politica che non vuole la sanità