Il Coronavirus sta rivoluzionando tutte le nostre abitudini, incidendo con maggiore intensità sullo stile di vita delle persone già costrette a misurarsi con difficoltà personali come i disabili. In merito Gaetano Cuozzo, presidente ligure del Comitato Paralimpico, interviene con una nota di focalizzazione del problema.
"La terribile epidemia che ha colpito anche la Liguria - dice Cuozzo - ci costringe a rivedere i nostri consueti canoni di vita e in particolare per quanto riguarda lo sport, a riconsiderare modalità luoghi e tempi di come si dovrà riprendere la pratica sportiva nella così detta fase2.
Mi occupo di sport per disabili, settore in netta espansione, che si è guadagnato sul campo uno spazio significativo nel mondo dello sport, e che, in momenti di crisi come quello attuale, rischia di essere penalizzato. Il contenimento della epidemia comporta obblighi che dovranno essere rispettati anche alla ripresa delle attività: il distanziamento, l’utilizzo di mascherine e dei guanti, la disinfezione, l’adeguamento dei locali alle norme di sicurezza e di igiene, l’accompagnamento, la differenza tra sport di squadra e sport singolo, gli sport da combattimento, i trasporti, l’adeguamento degli impianti a queste nuove esigenze.
Se questi comportamenti, assolutamente necessari per contrastare i contagi, creano molti problemi a chi pratica lo sport, problemi ancora maggiori dovranno affrontare e risolvere le persone con disabilità che vogliono continuare a fare sport.
La Regione Liguria in una recente videoconferenza a cui ha invitato rappresentanti e dirigenti legati al mondo sportivo, ha dichiarato di avere in programma l’insediamento di una task force che nella così detta fase 2, sovraintenda al rilancio dello sport in Regione in generale, con particolare attenzione allo sport per disabili, con il compito di avviare la ripresa individuando interventi strutturali, strategie, corsi di formazione per i collaboratori sportivi e finanziamenti mirati.
Il CIP Liguria ha manifestato la sua piena approvazione per questa scelta, mettendosi a disposizione della Regione, garantendo un fattivo contributo di idee e di esperienza.
Credo però che le circostanze ci impongono nel breve periodo, scelte positive di rilancio coerenti con gli adeguamenti necessari e lo sviluppo civile e sociale del nostro territorio.
Nei giorni scorsi mi è capitato di leggere un interessante intervento di Filippo delle Piane nostro concittadino di recente eletto vicepresidente di ANCE Nazionale.
Il Presidente Delle Piane, parlando di sicurezza e tutela della salute, auspicava un forte rilancio della edilizia pubblica in generale e di quella scolastica in particolare, come opportunità di rilancio di un settore in sofferenza come quello dell’edilizia e di interventi finalmente adeguati per la messa in sicurezza del nostro patrimonio scolastico.
Stessi interventi reclama da tempo l’ANP Associazione Nazionale Presidi che con lo slogan “Scuola-Si- cura”, sollecita la messa in sicurezza di tutti gli edifici scolastici, la definizione chiara delle responsabilità, la necessità di eliminare qualsiasi barriera e il rispetto ad una scuola sicura, diritto fondamentale e inalienabile per un Paese civile.
Recenti rapporti di Legambiente e di Cittadinanzattiva, associazioni che da anni tengono sotto controllo lo stato dell’edilizia scolastica nel nostro Paese, collocano la Liguria tra le regioni più compromesse e in particolare Genova all’84° posto della graduatoria nazionale.
Chi ci cosce sa che da anni sollecitiamo Regione, Ufficio Scolastico Regionale, Città Metropolitana, Comuni perché sia fatta una efficace ricognizione sullo stato delle palestre scolastiche, sul loro utilizzo, sul rispetto dei diritti di uguaglianza e pari opportunità di tutti gli studenti, e sull’abbattimento di eventuali barriere
che, non consentono ancora a molti studenti disabili l’accesso a queste strutture e quindi la possibilità di praticare lo sport a scuola.
Il nostro movimento è particolarmente interessato a questi interventi di adeguamento delle palestre. Le barriere architettoniche, presenti ancora in molti istituti scolastici, ne impediscono il pieno utilizzo, creando di fatto una palese “discriminazione” in evidente contrasto con la nostra Carta Costituzionale, che prevede espressamente il “diritto allo studio” per tutti.
Esonerare studenti con disabilità dalla partecipazione allo sport a scuola, significa non intercettare un potenziale enorme di studenti che, una volta esclusi, sarà molto difficile reinserire nel mondo dello sport paralimpico.
E comunque un intervento di adeguamento delle palestre scolastiche porterebbe vantaggi non solo agli studenti, ma anche alle società sportive che in molti casi utilizzano la palestra nel periodo non riservato ad attività scolastiche e degli stessi cittadini con disabilità che abitano nel quartiere e che avrebbero così anche loro la possibilità di fare sport.
Speriamo che in un momento così drammatico per il nostro Paese, dove la ripartenza è tutta da rimpostare, ci sia lo spazio per intervenire anche in questo settore"
sport
Coronavirus e sport per disabili, Cuozzo (Cip Liguria) lancia l'allarme
La pandemia impone rinunce e sacrifici anche alla parte più debole della popolazione
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