cronaca

La denuncia del segretario nazionale Fiom
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La decisione di ArcelorMittal France di spegnere un altoforno e diverse cokerie nello stabilimento di Fos-Sur-Mer, nei pressi di Marsiglia, potrebbe avere ripercussioni negative anche in Italia. E' quanto paventa Gianni Venturi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile siderurgia. Ora "2.500 lavoratori temono si possa replicare quanto è avvenuto negli anni scorsi per il sito di Florange, dove alla fermata parziale e temporanea degli impianti è seguita la chiusura definitiva", spiega il sindacalista.

"Non è soltanto una ragione solidaristica quella che ci lega al destino dei 2500 lavoratori di Fos-Sur-Mer: due terzi delle produzioni dello stabilimento francese sono destinati ai mercati di Italia e Spagna e da quello stabilimento, insieme a quello spagnolo di Aviles, si riforniscono per parte della loro attività, in particolare, i siti di Genova Cornigliano e di Novi Ligure". Venturi fa anche presente che tutto questo avviene "mentre a Taranto ArcelorMittal Italia comunica il riavvio di alcuni impianti dell'area a freddo, con il rientro dalla cassa integrazione per Covid-19 di 630 lavoratori a partire dal prossimo 11 maggio, per la lavorazione di commesse precedenti l'emergenza sanitaria".

Secondo il segretario Fiom, "la fermata di Fos-sur-Mer
è legata a un rapporto di causa-effetto con il nostro mercato, le nostre produzioni, gli assetti complessivi del gruppo ArcelorMittal. Su questo è indispensabile tornare a confrontarsi con il Governo e con l'azienda. Piano industriale, assetti societari, ruolo dello Stato, prospettive ambientali e occupazionali del Gruppo non sono dettagli marginali di un confronto che, in realtà non è mai iniziato", ha concluso Venturi.