
Nel momento in cui scatta anche in Liguria la Fase 2 che sancisce una sorta di scioglimento dell’isolamento assoluto, nel momento in cui, giustamente, i ministri/governatori/sindaci/assessori/virologi chiedono un rigoroso rispetto delle regole per garantire al massimo questa libertà ai cittadini, nel momento in cui senti riaffermare che la libertà è giusta sennò si muore di fame, ma per averla lo Stato deve assicurare alcune garanzie, mi chiedo se noi queste garanzie le abbiamo. Le terapie intensive ora ci sono: bene. Gli ospedali, grazie allo sforzo straordinario di medici e infermieri, sono pronti.
Ma a che punto è l’assistenza a casa? Insomma, come sono seguiti gli oltre duemila liguri che il coronavirus se lo stanno macinando in casa, magari con sintomi sopportabili? E la prima domanda che mi sono posto è: quanti giorni deve aspettare un sintomatico Covid per avere un tampone? O chi ha sintomi se li deve tenere vivendo nell’incertezza e attendendo o di guarire o di peggiorare?
Che poi sarebbe come chiedere alle autorità sanitarie della Liguria come sta la sanità territoriale, quella che dovrebbe innanzitutto essere costituita dai medici di famiglia, spesso lasciati in solitudine e, purtroppo, vittime anche da noi, di questa maledetta malattia.
Tredici giorni in alcune regioni critiche per un tampone. E in Liguria? Per non parlare della vergogna delle mascherine chirurgiche. Come si può chiedere ai cittadini di indossarle quando non esistono?
IL COMMENTO
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