Il mondo del motorsport sta, lentamente, cercando di tornare in attività. Sono giorni di fermento per l’intera nazione, che sta vivendo una vera e propria rinascita che sa tanto di liberazione e che si spera possa gradualmente riportarci alla nostra quotidianità.
Mai come in questo periodo è stato impossibile fare programmi a breve/medio termine, data l’incertezza che ancora regna su tutto il territorio, con i confini regionali che potrebbero riaprire il 3 giugno come dalla bozza del decreto in uscita, ma con la liberalizzazione degli spostamenti all’interno della regione di residenza ormai imminente.
L’incertezza prevale anche nell’ambiente motorsport, specialmente nelle discipline che presentano più complessità di gestione come i rallies. E’ di ieri la notizia che conferma l’apertura allo svolgimento dei test da parte di Aci Sport, che ha stilato un protocollo da rispettare per gli organizzatori e per tutti i partecipanti alle sessioni.
Le regole applicate non saranno diverse da quelle che attualmente bisogna rispettare negli ambienti di lavoro (guanti, mascherine, distanziamento), con il vantaggio che tutte le operazioni necessarie per un test di un’auto da rally si svolgono all’aperto ed è facile mantenere le distanze (ad esempio quando i meccanici operano sulle quattro ruote dell’auto), ma nel protocollo federale è una riga che è saltata subito agli occhi di tutti, quella che recita: “In questa prima fase potranno essere svolti dal solo conduttore senza la presenza del navigatore/secondo conduttore”.
Una nota stonata, che non permetterebbe agli equipaggi di potersi preparare nel migliore dei modi, perché un rally si corre in due. E nel caso delle molte coppie, sposate o conviventi, che condividono abitualmente l’abitacolo? Le norme nazionali permettono di viaggiare in auto con un convivente, quindi Aci Sport dovrà pensare in fretta a precisare ed eventualmente a colmare questo “buco” regolamentare.
Problema dei conviventi a parte, i pensieri per organizzatori e partecipanti saranno altri e riguarderanno un prevedibile aumento dei costi per fra fronte a tutti i nuovi obblighi, come quello della misurazione della temperatura da parte di personale medico per tutti gli addetti ai lavori.
La voglia di tornare ad accendere i motori è forte, ma ad oggi i dubbi restano troppi e, razionalmente, sarebbe meglio aspettare ancora qualche settimana dato che la situazione generale è in rapida evoluzione. Anche perché va ricordato che gli equipaggi professionisti che non si possono fermare sono solo la punta dell’enorme iceberg che è il motorsport amatoriale. Chi si cala nell’abitacolo per puro divertimento e per stemperare la tensione della vita quotidiana riuscirebbe davvero a “staccare la spina” in un clima del genere? Probabilmente no e farebbe lo stesso ragionamento di chi, legittimamente, non si sentirebbe di andare al ristorante guardando gli amici seduti a quattro metri di distanza. Quindi forse meglio armarsi di pazienza, probabilmente ancora per poco, per poter tornare a divertirsi fasciati dai sedili anatomici.
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Rally, via libera per i test individuali tra luci e ombre
Norme difficili da rispettare: ne vale davvero la pena?
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