
Tre soggetti risultati positivi al tampone sono stati forniti del codice numerico per dare l'alert nell'App Immuni. "La potete scaricare con sicurezza, serenità e tranquillità, perché tutela la privacy, ha una disciplina molto rigorosa, non invade gli spazi privati", aveva spiegato il premier Giuseppe Conte. L'applicazione disponibile sugli store digitali dal primo giugno, è stata scaricata da 2,2 milioni di persone. Dall'8 giugno è stata testata in Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia e si è esteso l'uso ad alcuni dispositivi rimasti fuori. "I 2 milioni e 200mila italiani che l'hanno già scaricata lo hanno fatto spontaneamente. Voglio ribadire che è anonima e resterà tale fino alla fine del suo uso e che è una componente fondamentale nella strategia del contenimento della pandemia nel proprio Paese. Abbiamo voluto e dovuto ottemperare alle esigenze di privacy e abbiamo impiegato il minimo del tempo", ha detto il commissario Arcuri.
"Le regioni, prima che arrivasse l'App Immuni, hanno fatto dei tentativi e sperimentazioni ma sono confidente che convergeranno sulla App nazionale, su di essa convergono tutti i cittadini. Un sistema di contact tracing o è nazionale o è limitato per definizione"., ha aggiunto Arcuri. Secondo una indagine Demos, però, solo il 38% degli italiani si è dichiarato disponibile a installarla ma nel frattempo sono nate in Italia, per iniziative di istituzioni locali, altre App di tracciamento come allertaLOM della Regione Lombardia, scaricata da oltre 1,3 milioni persone.
Immuni è volontaria e basata sul bluetooth. Una volta scaricata, gli smartphone sui quali è presente si scambiano codici anonimi generati automaticamente. Quando le strutture sanitarie e le Asl riscontrano un nuovo caso positivo, dietro consenso del soggetto stesso inseriscono un codice nel sistema. I telefoni fanno un 'match' dei codici in automatico e viene inviata la notifica agli utenti con i quali il caso positivo e' stato a stretto contatto. I dati raccolti sono conservati sui singoli dispositivi e non su un server centrale. Funziona sugli iPhone e sui dispositivi Android con sistemi operativi aggiornati e anche Huawei ha rilasciato la tecnologia per il tracciamento dei contatti, simile a quella messa a punto da Apple e Google insieme, su cui si basa l'App Immuni.
Il lavoro sull'App non si ferma quindi con il suo decollo, come pure dimostra la revisione del design dopo le polemiche, che hanno catalizzato i social il giorno del debutto del suo debutto. L'App è una prova anche per i sistemi sanitari territoriali. "Con l'arrivo di Immuni e l'aumento dei tamponi che verranno eseguiti, ci sarà la necessità di avere un impiego superiore di risorse umane", ha detto nei giorni scorsi Arcuri ricordando che nel decreto rilancio è prevista l'assunzione di 5mila operatori sanitari parte dei quali avrà proprio questo compito.
IL COMMENTO
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