cronaca

L'ex sindaco Vincenzi era stata condannata a 5 anni
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E' attesa per domani, 23 giugno, la sentenza del processo d'appello bis per l'alluvione di Genova del novembre 2011 in cui morirono 4 donne e 2 bambine. L'udienza di marzo era saltata a causa del lock-down per il Coronavirus. Tutti gli imputati, tra i quali l'ex sindaco di Genova Marta Vincenzi, hanno chiesto di patteggiare. In questo modo eviterebbero il carcere. Ad aprile dello scorso anno la Cassazione aveva confermato le responsabilità penali degli imputati ma aveva rinviato alla corte d'appello per riformulare le condanne.

L'allora sindaco Vincenzi, che ha chiesto di patteggiare tre anni, era stata condannata in primo e secondo grado a cinque anni. E' accusata di disastro colposo e omicidio colposo plurimo. Coi patteggiamenti gli imputati eviteranno il carcere e potranno chiedere l'affidamento in prova ai servizi sociali. Secondo la Cassazione, il Comune era impreparato e inerme. "La macchina allestita fu colposamente insufficiente e inefficiente", avevano scritto gli Ermellini. Quando si celebrerà l'appello bis, e si "andrà a riquantificare la pena non si potrà non tener conto che il contemporaneo impegno a Eurocities ha reso alla Vincenzi più complessa la gestione dell'emergenza e ne attenua la responsabilita' rispetto a altri soggetti", avevano scritto.

A febbraio i familiari delle sei vittime hanno ricevuto i risarcimenti da parte del Comune di Genova e sono usciti dal processo. L'assicurazione aveva preso tempo e dopo mesi di trattative ha pagato quanto dovuto. L'ex prima cittadina, per la Cassazione è colpevole di disastro colposo, omicidio colposo plurimo e di una delle ipotesi di falso: quella sulla presenza di un volontario della protezione civile a guardia del rio Fereggiano. Ma erano cadute altre accuse di falso come quella che riguardava la falsificazione dell'orario di esondazione del corso d'acqua.