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Lavori improcrastinabili, dice dunque Rfi, che è un po’ la stessa cosa dichiarata da Autostrade e Ministero delle Infrastrutture per gli interventi di controllo alle gallerie della Liguria: tutto è urgente, tutto adesso. Possibile che in Italia ogni operatore faccia programmi per sé, senza alcun coordinamento? Non dovrebbe esserci un continuo scambio di informazioni tra aziende ed enti pubblici nell’interesse del paese?
Rfi sostiene che la chiusura della linea dei Giovi fosse in programma da almeno un anno e che tutto il resto dei lavori al nodo di Genova sia già pianificato fino al 2023: queste pianificazioni sono state concordate con il Mit? Quando al ministero di porta Pia hanno deciso di procedere con la chiusura delle gallerie autostradali sapevano che di li a breve sarebbe stata chiusa anche la ferrovia?
E ancora, qualcuno ha pensato ai passeggeri che quotidianamente percorrono la Genova-Milano, moltissimi per motivi di lavoro? Rfi garantisce che gli 86 treni al giorno che utilizzano i Giovi saranno deviati sulla linea di Busalla con ritardi minimi: sarà veramente così? Tutti i treni che passano dai Giovi più quelli che tradizionalmente procedono via Busalla potranno convivere senza intoppi? Cosa succederà al primo convoglio in ritardo, disagi a catena per tutti? Che facciamo, consigliamo alle persone di gettarsi nel traffico impazzito di A7 e A26?
Ancora una volta la Liguria si deve piegare alla superficialità di un’organizzazione che fa acqua da tutte le parti: un sistema che non è un sistema, senza una regia. Tanto il conto lo paghiamo sempre noi: sempre più poveri, sempre più isolati, sempre più soli.
IL COMMENTO
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