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Lo denunciano Confitarma, Assarmatori e Federagenti chiedendo un intervento del Governo. "In Italia, sul problema degli equipaggi ancora bloccati sulle navi a causa dell'emergenza COVID-19, l'industria armatoriale insieme alle Organizzazioni sindacali ha più volte richiamato l'attenzione, chiedendo al Governo e ai Ministeri competenti di convocare con la massima urgenza un tavolo di confronto per condividere le problematiche e individuare le soluzioni ma, fino ad oggi, non si è registrato nessun segnale positivo in tal senso" spiegano in una nota.
"Questa situazione sta diventando assolutamente insostenibile, perché ormai da molti mesi migliaia di marittimi italiani sono in attesa di poter rientrare in Italia e sono allo stremo delle forze psico fisiche, mentre coloro che dovrebbero sostituirli a bordo non possono imbarcarsi e quindi lavorare". "Da mesi - afferma Mario Mattioli, presidente di Confitarma - stiamo chiedendo un'azione umanitaria rapida e decisa da parte del Governo per garantire ai nostri marittimi corridoi di transito sicuro, per farli arrivare a bordo per lavorare e per farli tornare a casa una volta terminato il normale periodo di imbarco".
“È urgente e prioritario - afferma Stefano Messina, presidente di Assarmatori - intervenire per la salvaguardia della vita umana in mare e per la sicurezza della navigazione e delle nostre navi. Non fare niente sarebbe un'ulteriore sottovalutazione dell'importanza strategica del trasporto marittimo e del lavoro di chi lo garantisce". "Armatori e marittimi hanno fatto e stanno facendo il loro dovere - afferma Gian Enzo Duci, presidente di Federagenti - attendiamo ora un segnale concreto".
IL COMMENTO
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