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Riconosciuta la fondatezza delle critiche alla gestione societaria del presidente della Sampdoria
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Il Pubblico Ministero Giancarlo Vona ha richiesto, al Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Genova, l’archiviazione del procedimento originato dalla querela che il presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, aveva presentato nei miei confronti all’inizio del 2019. Ciò a fronte di alcuni articoli sul sito di Primocanale nei quali avevo messo in luce, argomentandola, la preoccupante e cattiva gestione della società blucerchiata negli ultimi anni.


Sono lieto che il Pm, dopo il mio interrogatorio e l’illustrazione dei vari documenti prodotti in quella sede, abbia accolto le tesi difensive per me presentate dall’avvocato Massimo Boggio, che ringrazio, oltre che per la competenza professionale, per la vicinanza umana dimostratami durante questo non facile periodo. Parallelamente ringrazio anche il mio editore, Maurizio Rossi, per avermi messo a disposizione l’avvocato Boggio e per avere condiviso questa “battaglia”, non certo personale, ma condotta insieme nel nome e nel segno di quello che abbiamo ritenuto potesse essere il bene futuro della Sampdoria.

Non è facile, infatti, per un giornalista che segue la Samp per lavoro da più di 30 anni e che la ama come tifoso da quando era bambino, essere accusato di averla diffamata nella figura del suo (attuale) presidente. Quando mi era stata notificata l’informazione di garanzia avevo subito espresso la massima fiducia nella giustizia e non ero più entrato nel merito della vicenda, nonostante il clamore mediatico suscitato dalla notizia stessa, pubblicata con grande enfasi sul sito ufficiale della Sampdoria e sulle relative pagine social del club. Moltissimi tifosi mi avevano espresso solidarietà, sia in pubblico che in privato; qualcuno, che forse aveva meno a cuore le sorti della Samp, aveva invece messo il proprio “like” in favore del presidente. Poco importa, un giornalista sa di dover fare i conti con queste situazioni, all’apparenza contradditorie, ma sa anche che il tempo è galantuomo e che ogni iniziativa, se in buona fede, deve essere portata avanti non nel segno dei personalismi ma della verità. Con la “v” minuscola.

Per fortuna, rispetto alle vere tragedie del mondo, stiamo parlando di calcio, che resta comunque “la più importante tra le cose meno importanti della vita”. E la Sampdoria per me e per Primocanale è davvero importante, è un patrimonio di storia, passione, affetto che va salvaguardato e protetto. Nei limiti del possibile, senza la presunzione di essere sempre dalla parte del giusto o di non commettere sbagli, ma anche senza timore delle conseguenze. Tant’è che scrivo queste righe non con la soddisfazione di avere eventualmente “vinto” qualcosa, ma con l’amarezza di averci “visto” giusto. Amarezza perché la vittima in questione è e continua ad essere la Sampdoria.

Nella richiesta di archiviazione, infatti, il PM scrive alcune cose certamente “interessanti”. Per esempio: “Gli “incidenti di percorso” avuti da Massimo Ferrero nel corso della propria attività imprenditoriale sono dati di fatto che ovviamente il querelante non pone neppure in discussione: si tratta del fallimento della società Livingston s.p.a, per il quale Ferrero ha patteggiato la pena di 1 anno e 10 mesi di reclusione. Ferrero nega in sostanza la “attualità” o comunque la “prossimità” di quell’esperienza rispetto a quella attuale (ovvero l’acquisizione della Sampdoria, n.d.r.)”.

Il PM, inoltre, osserva: “Ferrero veniva tratteggiato negli articoli come un presidente orientato a tutelare i propri interessi economici piuttosto che il bene della società da lui amministrata. La querela di Ferrero definisce false le affermazioni secondo le quali la sede della società, le palazzine di Bogliasco costruite o in fase di costruzione, nonché il marchio, non appartengono alla U.C. Sampdoria S.P.A. bensì alla famiglia Ferrero. Nel suo interrogatorio Michieli ha confermato e documentato che la sede della società appartiene alla Sport Spettacolo Holding s.r.l. riconducibile a Massimo Ferrero, il quale, per il tramite della sua holding, percepisce peraltro dalla Sampdoria canoni di locazione… Analogamente Michieli ha citato nell’interrogatorio i passaggi della relazione al bilancio 2018 il cui contenuto è piuttosto chiaro nell’indicare come titolare del marchio “rectius” del diritto di godimento in forza di un “sale & lease back” con Mediocredito) la Sport Spettacolo Holding s.r.l. di Massimo Ferrero; sul punto ha anche sottolineato, sempre richiamando la relazione al bilancio 2018, come la Sampdoria paghi in effetti un canone di euro 3.000.000 per l’utilizzo del marchio alla stessa holding del suo presidente, che ne corrisponde invece 2.500.000 a Mediocredito…

Con riferimento alle palazzine di Bogliasco, Michieli ha invece ammesso che esse erano state acquistate dalla Sampdoria s.p.a. e che parte di tale acquisto si era perfezionata solo pochi giorni prima della pubblicazione degli articoli (trascrizione dell’1-2-2019 della quale l’indagato ha ammesso di non avere avuto conoscenza). Al riguardo l’indagato ha per un verso rivendicato la propria totale buona fede (con riferimento alla trascrizione – immobiliare, n.d.r - più recente, di cui non aveva avuto conoscenza) e per altro verso ha sottolineato come il senso della sua affermazione fosse quello di riscontrare come tale “asset” sia stato acquistato grazie ad un finanziamento (che andrà ovviamente restituito) e come l’investimento riveli una “regia” ed un interesse riconducibili alla famiglia Ferrero”.

Il Pm analizza quindi quelle che definisce “le più significative espressioni critiche riguardanti il presunto perseguimento di interessi estranei (se non addirittura contrapposti) a quelli della società che Ferrero rappresenta”. E scrive: “L’indagato Michieli ha affermato di essere già stato a conoscenza nel febbraio del 2019, da giornalista, dei fatti che nel dicembre del 2019 avevano portato lo stesso Ferrero a “patteggiare” una condanna sportiva e che avevano determinato, nel giugno 2019, la richiesta di rinvio a giudizio dello stesso Ferrero da parte della Procura di Roma per utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e appropriazione indebita (in danno della Sampdoria) per oltre un milione di euro…

E’ del tutto credibile che Michieli sapesse di tale indagine, riguardante fatti risalenti agli anni 2015 e 2016, prima del comunicato ufficiale della Figc (che ha allegato al verbale dell’interrogatorio), anche a prescindere dal suo ruolo e dalla sua possibilità, come giornalista, di consultare fonti “meno accessibili”, poiché già a novembre 2018 era stata data notizia di un imponente sequestro. E’ evidente che un fatto di tale rilevanza legittimasse l’opinione di un “modus operandi” finalizzato al perseguimento di interessi contrari a quelli della società di calcio (che, nella vicenda in esame, è persona offesa) ed è altrettanto evidente che, date tali premesse, il giornalista potesse legittimamente fare uso del proprio diritto di critica”.

Questo, dunque, è quanto emerso dalle indagini della Procura della Repubblica di Genova in seguito alla querela di Massimo Ferrero successiva ai miei articoli del febbraio 2019. Il resto, oltre a deciderlo il Gip, è cronaca. E sarà, soprattutto, storia. Con la “s” minuscola, anche se la Sampdoria, per me e per noi di Primocanale, meriterà sempre la S maiuscola e il rispetto che si deve ad un sentimento così grande ed importante per migliaia e migliaia di persone.